Scorie - L'aumento delle tasse non è mai innocuo
Ho già notato in diverse occasioni il notevole peggioramento dei conti pubblici statunitensi, che molti attribuiscono a questa amministrazione e che, in realtà, va avanti almeno dal 2008. Si alterna il colore politico al potere, cambia il mix di entrate e spese, ma alla fine il deficit continua ad accumularsi in nuovo debito.
Ma mentre i deficit dell'era Biden erano "buoni", quelli di Orange Man sono "cattivi" per i commentatori vicini al partito democratico. In realtà, sempre deficit sono e non si tratta di pasti gratis.
Su Bloomberg, Kathryn Anne Edwards sostiene che il mix di riduzioni di entrate e tagli di spese sia regressivo, pur non migliorando il deficit.
A suo dire, "i tagli di tasse daranno un bonus annuale di un paio di miliaiai di dollari a famiglie che non sono in difficoltà economiche. Possono spenderlo, risparmiarlo o investirlo, ma l'ammontare è così piccolo e i canali così frammentati che non ci sarà un impatto tangibile."
Questo, a suo dire, "vale anche per l'aumento delle tasse: hanno conseguenze economiche minime. Ma l'aumento delle tasse è un modo per affrontare il problema del debito."
Ora, la mia opinione sulla manovra fiscale di Trump l'ho già espressa e la ritengo dannosa perché incrementa la spesa, e non di poco, pur facendo alcuni tagli. Però che l'aumento delle tasse non abbia effetto avrebbe come conseguenza che i Paesi ad altra pressione fiscale e alta spesa dovrebbero essere quelli che vanno meglio. Così non è, anche prescindendo dal fatto che la tassazione è una violazione della proprietà privata.
Se fosse come sostiene Edwards, il socialismo funzionerebbe. La storia ha dimostrato che non è così.
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