Scorie - Un ponte per l'eternità
Non c'è fallimento seriale di società (ex)pubbliche che non sia costellato da prestiti ponte.
Un ponte è una struttura di collegamento tra due punti, solitamente per superare una gola con o senza corso d'acqua. L'idea di prestito ponte in finanza fa riferimento a un prestito temporaneo in attesa di altre fonti di finanziamento strutturali.
Nessun individuo capace di intendere e di volere (se non con propositi suicidi) imboccherebbe un ponte pericolante o già in parte crollato, perché sarebbe forte la probabilità (tendente a uno) di precipitare nel vuoto. Parimenti nessun finanziatore che non volesse perdere soldi fornirebbe un prestito ponte avendo forti indizi sulla condizione di non solvibilità del debitore.
Gli incentivi non sono evidentemente gli stessi quando a prestare i soldi è lo Stato, perché lo "skin in the game" è quello di una moltitudine di pagatori di tasse.
Non si spiegherebbero altrimenti i diversi prestiti ponte, per centinaia di milioni ciascuno, erogati alla tante incarnazioni di Alitalia e puntualmente mai rimborsati. Con la ex Ilva il copione rischia di essere lo stesso. In questi giorni il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sta aspettando l'autorizzazione da parte della Commissione europea all'erogazione di (altri) 150 milioni di prestito ponte, "sulla base del piano industriale e finanziario predisposto dai commissari" straordinari della società.
Urso ci tiene a precisare che il piano "è necessario a dimostrare che il prestito possa essere restituito in tempi congrui secondo le regole europee."
La forma va rispettata, anche se, nella sostanza, quei soldi rischiano di essere inceneriti in uno degli altoforni dell'acciaieria.
Ma si sa, quello pubblico è un creditore "paziente" e probabilmente l'eternità è considerata un tempo congruo per la restituzione...
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