Scorie - Arriva la spalmatura anti usura
Torno sulla ennesima modifica alle norme sui bonus edilizi, perché le polemiche continuano ad aumentare. La retroattività della spalmatura in 10 anni, seppur limitata alla detrazioni dirette in dichiarazione dei redditi, fa discutere, ma in realtà, a fronte di un mercato delle cessioni che sarà probabilmente bloccato a causa della crescente incertezza normativa, questo diventa un assist a tante persone che, dovendo fruire della detrazione in 4 o 5 anni, non avrebbero avuto sufficiente capienza fiscale.
Il che avrà un effetto negativo per l'accumulazione di debito, ma più diluito nel tempo. In sostanza, Giorgetti ha calciato avanti un po' di più il barattolo.
Nel commento precedente ho osservato che la modifica retroattiva sarebbe paragonabile a un default, con una ristrutturazione di un debito per decisione unilaterale dello Stato. Rothbardianamente parlando si tratterebbe di un atto che pone un limite a una pratica illegittima, ossia quella di comprimere il diritto di proprietà dei pagatori di tasse presenti e futuri contraendo un debito e ponendolo a loro carico senza il loro esplicito e individuale consenso.
Sottolineo che Rothbard vedeva il ripudio del debito pubblico come un mezzo per smantellare lo Stato e liberare i pagatori di tasse dal fardello di un debito che non avevao contratto personalmente e volontariamente. Va da sé che il pericolo principale di ogni default sovrano, come la storia insegna, è che non si tratta di un atto propedeutico a smantellare (o anche solo a far dimagrire) lo Stato, bensì a consentire a chi governa di spendere diversamente il denaro necessario a servire il debito. In sostanza, un modo per ricreare capacità di spesa.
Nel pacchetto è previsto anche un provvedimento penalizzante per banche e altri intermediari finanziari, che dal 2025 non potranno più utilizzare le rate dei crediti fiscali acquistati per compensare debiti contributivi e previdenziali.
Per di più, e qui emerge il (bipartisan, peraltro) disprezzo per la libertà contrattuale, viene spacciato per un provvedimento contro acquisti "spregiudicati" o finanche "usurari" l'obbligo di spalmare un 6 anni le rate di crediti acquistati a un corrispettivo inferiore al 75% del loro valore nominale.
C'è da augurarsi che la stagione dei bonus finisca, anche se dubito che finisca l'illusione statalista di poter creare prosperità a mezzo deficit, ma non mi stupirei se, in futuro, il governo decidesse, oltre alle aliquote di detrazione, anche i prezzi di cessione dei crediti.
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