Scorie - Taxpayer's Skin in the Game

Come è noto, il fisco vanta crediti non riscossi per oltre 1100 miliardi di euro. Per ammissione dello stesso direttore dell'Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, la quasi totalità di quelle cartelle sono inesigibili, in quanto relative a soggetti falliti, nullatenenti o deceduti. Si stima che circa il 5% di quel totale potrebbe essere effettivamente incassato. Per chi considera la tassazione una violazione del principio di non aggressione, è una buona notizia.

Non può non irritare, peraltro, la notizia che molti uffici territoriali dell'Agenzia delle entrate proseguano il contenzioso anche in casi in cui la sconfitta è l'esito più probabile. In questi casi l'incasso dell'erario è nullo e l'ufficio deve pagare le spese di giudizio.

Spesso si tratta di casistiche per le quali la corte di Cassazione ha assunto orientamenti univoci e consolidati negli anni. Qualunque soggetto che dovesse decidere di affrontare una causa sostenendo gli oneri di una eventuale sconfitta, molto probabilmente eviterebbe di iniziare o proseguire il contenzioso nel caso di giurusprudenza consolidata avversa. E, anche qualora decidesse comunque di affrontare quella causa, gli oneri eventuali sarebbero a suo carico.

Nel caso dell'Agenzia delle entrate, però, gli oneri sono in ultima analisi sempre a carico dei pagatori di tasse, ed evidentemente i disincentivi a intraprendere cause a elevata probabilità di perdita sono insussistenti o inefficaci.

Per dirla con Nassim Taleb, chi decide di proseguire il percorso del contenzioso non ha "Skin in the game", quindi le decisioni finiscono per dipendere dalla volontà personale di avere ragione. La posta in gioco è asimmetrica: in caso di vittoria, se ne hanno i benefici; in caso di sconfitta, non se ne sopportano gli oneri. Per quelli ci sono sempre i pagatori di tasse.

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