Scorie - Peggio di Liz

In un'intervista al Giornale, Silvio Berlusconi fornisce l'ennesima dimostrazione del perché la riduzione delle tasse che va promettendo da tre decenni non sarà mai realizzata, se non in modo effimero.

Ridurre le tasse senza ridurre le spese, per quanto le riduzione delle tasse sia sempre auspicabile, non può funzionare, se non a breve termine e con pesanti ripercussioni successive per gli stessi pagatori di tasse, a maggior ragione in un Paese con una finanza pubblica sgangherata come l'Italia.

La riduzione delle tasse deve quindi essere parte di una generale riduzione dell'intervento statale, anche dal lato della spesa. Purtroppo non è così che intende agire chi in Italia va autodefinendosi liberale.

Afferma, tra le altre cose, Berlusconi:

"Sono perfettamente consapevole del fatto che stiamo attraversando una fase difficile e che quindi è necessario procedere con gradualità e prudenza, senza venir meno ai vincoli di bilancio. Quanto è accaduto nel Regno Unito con il breve governo della signora Truss dimostra che la prudenza è necessaria anche per non spaventare i mercati. Ma gradualismo e prudenza, che fanno parte del nostro DNA, non significano rimanere immobili. Nella legge di Bilancio, che il consiglio dei ministri licenzierà lunedì, ci sarà una estensione della flat tax per le partite Iva, quella che abbiamo chiesto noi, che può arrivare fino a 100 mila euro. È il prologo di quanto faremo per tutte le categorie professionali da qui alla fine della legislatura. Sulla tassazione dei nuovi assunti, ho chiesto una cosa chiarissima: il costo-azienda per ogni nuova assunzione, tra giovani o over 50 che hanno perso il lavoro, deve essere equivalente allo stipendio netto percepito dal nuovo assunto. Se pago 1500 il lavoratore, l'azienda deve sostenere un costo di 1500. Questo renderà molto conveniente per le aziende assumere i giovani."

Per inciso, quando Liz Truss propose una manovra che contemporaneamente aumentava la spesa e riduceva le tasse (più aumenti di spesa che tagli di tasse, peraltro), Berlusconi affermò che era la via giusta da seguire. Ciò detto, dopo aver inneggiato alla prudenza, fa un elenco di provvedimenti che comportano minori entrate, senza indicare uno straccio di copertura dal lato della spesa.

E l'elenco continua con "la detassazione totale di pane, latte e degli altri prodotti di prima necessità, come la riduzione dell'Iva sui prodotti per la prima infanzia. Abbiamo il dovere di aiutare chi è andato in maggiore sofferenza e lo Stato certo non deve fare cassa su ciò che garantisce la sopravvivenza. Infine le pensioni. Ci siamo impegnati ad aumentarle per garantire a tutti di vivere dignitosamente. Cominciamo ad agganciarle al costo vero della vita, aumentandole in linea con l'inflazione. Mano mano, di qui fino alla fine della legislatura, arriveremo al nostro obbiettivo: nessuno dovrebbe avere una pensione inferiore ai mille euro."

Quindi altri miliardi di minori entrate e di maggiore spesa.

Ovviamente non può mancare la preoccupazione per il caro bollette e anche per la cessione dei crediti da superbonus edilizi.

In sintesi: minori entrate e maggiori spese. Uno concetto di liberalismo non certo einaudiano e uno strano modo per dimostrarsi più prudente di Liz Truss.


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