Scorie - Paternalismo giudiziario

Sul Sole 24 Ore del lunedì, nella sezione Norme e tributi, si trovano sempre notizie interessanti dal mondo della giurisprudenza. Notizie che testimoniano tristemente la massiccia dose di paternalismo che le istituzioni impongono ai cittadini.

Per esempio, una recente sentenza della Cassazione sostiene che nel risarcimento dei danni permanenti alla persona vada preferita la rendita vitalizia alla liquidazione di una somma una tantum.

Da un punto di vista attuariale, deve esservi indifferenza tra la rendita vitalizia e la liquidazione in un'unica soluzione. Ovviamente chi percepisce la rendita finirebbe per incassare meno in caso di premorienza riepetto alla speranza di vita calcolata al momento dell'erogazione della stessa, mentre la compagnia assicurativa sopporterebbe il rischio di longevità. Rischi invertiti in caso di liquidazione in un'unica soluzione.

L'articolo 2057 del Codice civile rimette al giudice la scelta tra rendita e liquidazione in un'unica soluzione sia nel caso dei danni di natura patrimoniale, sia per quelli di natura non patrimoniale.

Con la sentenza 31574 la Cassazione propende per dare preferenza alla rendita vitalizia, perché "consente di cogliere appieno la proiezione diacronica di tutte le componenti del danno che, di giorno in giorno, il danneggiato subirà dal momento dell'evento in poi".

Guai a lasciare che questa decisione sia rimessa al diretto interessato o alle clausole contrattuali di una polizza assicurativa. Fondamentalmente la persona danneggiata è considerata incapace di intendere e di volere, parimenti ai suoi eventuali tutori. Imponendo che sia il giudice a stabilire quale forma debba assumere il risarcimento e orientando tale scelta preferibilmente verso la rendita, di fatto si ritiene che il danneggiato impiegherebbe male la somma percepita in un'unica soluzione.

Paternalismo nella sua massima espressione.

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