Scorie - #gattopardo2.0
"Poste è una storia di successo. Dieci anni fa sarebbe stata una missione impossibile... stiamo guardando alla possibilità di cedere una quota maggiore e vedere dove possiamo arrivare."
(P. C. Padoan)
Il governo vorrebbe incassare attorno a 8 miliardi da privatizzazioni, ma, come è noto, nel Paese del gattopardo tutto deve cambiare perché tutto rimanga come prima.
Pare quindi che Renzi e Padoan stiano pensando a come incassare soldi dalla cessione di altre quote di Poste, senza perdere il controllo sulla società.
Il governo ha ceduto lo scorso ottobre un terzo del capitale di Poste, quotandola in Borsa, sulla base di una valutazione complessiva attorno ai 10 miliardi, incassandone 3,1.
Adesso Padoan vorrebbe incassare la restante parte, ma senza perdere il controllo. Come fare? Semplice: si vende un terzo alla Cassa Depositi e Prestiti, che è per l'80% del Tesoro e che, tra l'altro, emette i buoni postali. Quindi con i soldi di chi sottoscrive i buoni postali CDP può acquistare le azioni dal Tesoro. Si tratterebbe di circa un terzo del capitale, quanto basta per detenere il controllo di una società quotata.
Il Tesoro manterrebbe, quindi, il controllo di fatto delle Poste tramite CDP, e nel frattempo incasserebbe i soldi della cessione. La restante parte, a seconda di quanta "flessibilità" (ossia deficit aggiuntivo) Renzi riuscirà a strappare alla Commissione per il futuro, potrebbe essere ceduta sul mercato.
Se tutti questi passaggi si concretizzassero, si finirebbe con avere una società formalmente privata, ma, di fatto, controllata dal Tesoro.
Consiglio al cinguettante Renzi di lanciare l'hashtag #gattopardo2.0
(P. C. Padoan)
Il governo vorrebbe incassare attorno a 8 miliardi da privatizzazioni, ma, come è noto, nel Paese del gattopardo tutto deve cambiare perché tutto rimanga come prima.
Pare quindi che Renzi e Padoan stiano pensando a come incassare soldi dalla cessione di altre quote di Poste, senza perdere il controllo sulla società.
Il governo ha ceduto lo scorso ottobre un terzo del capitale di Poste, quotandola in Borsa, sulla base di una valutazione complessiva attorno ai 10 miliardi, incassandone 3,1.
Adesso Padoan vorrebbe incassare la restante parte, ma senza perdere il controllo. Come fare? Semplice: si vende un terzo alla Cassa Depositi e Prestiti, che è per l'80% del Tesoro e che, tra l'altro, emette i buoni postali. Quindi con i soldi di chi sottoscrive i buoni postali CDP può acquistare le azioni dal Tesoro. Si tratterebbe di circa un terzo del capitale, quanto basta per detenere il controllo di una società quotata.
Il Tesoro manterrebbe, quindi, il controllo di fatto delle Poste tramite CDP, e nel frattempo incasserebbe i soldi della cessione. La restante parte, a seconda di quanta "flessibilità" (ossia deficit aggiuntivo) Renzi riuscirà a strappare alla Commissione per il futuro, potrebbe essere ceduta sul mercato.
Se tutti questi passaggi si concretizzassero, si finirebbe con avere una società formalmente privata, ma, di fatto, controllata dal Tesoro.
Consiglio al cinguettante Renzi di lanciare l'hashtag #gattopardo2.0
Commenti
Posta un commento