Scorie - (Tra)Monti (2)

"Il grande progetto di Mario Monti ha avuto un grande senso, e io l'ho detto con chiarezza dopo la sconfitta elettorale alle europee, in cui ho ritenuto di dimettermi da segretaria di Scelta Civica. A questo punto diciamo che tutti coloro che con responsabilità di governo e parlamentare credono fermamente che il processo riformista deve andare in quella direzione introdotta due anni fa, mi sembra naturale che facciano questa scelta naturalmente. E' il momento in cui c'è bisogno di aggregazione nel riformismo e non di frammentazione."
(S. Giannini)

Con queste parole il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha dato notizia del suo passaggio da Scelta Civica al PD. Non è la prima a farlo; con lei in questi giorni lo hanno fatto altri sette parlamentari eletti con Scelta Civica, e con ogni probabilità non saranno gli ultimi. Qualora si andasse al voto prima del 2018, meglio essere su un carro che, allo stato attuale, fornisce le maggiori probabilità di mantenere il seggio parlamentare, e magari pure quello ministeriale, pur potendo personalmente contare sui voti dei soli parenti stretti (probabilmente neppure di tutti).

Ovviamente il tutto deve essere però venduto come gesto di "responsabilità" nei confronti del Paese e come manifestazione di impegno "riformista".

Sarà stata forse l'emozione nell'annunciare questo passaggio fondamentale per le sorti del Paese, ma da una persona che fa il ministro dell'Istruzione ci si aspetterebbe almeno un uso decoroso della lingua italiana.

Invece nella dichiarazione di Giannini sovrabbondano ripetizioni e (ma questo è un super classico) un uso dell'indicativo al posto del congiuntivo che, ancorché molto diffuso, farebbe inorridire la mia maestra dei tempi delle elementari.

Però, avanti con "l'aggregazione nel riformismo". Forse a cominciare proprio dall'italiano.


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