Scorie - Cambiando approccio non si cambia la realtà



 
Più si sentono le dichiarazioni di questi giorni degli esponenti della maggioranza di governo, più ci si rende conto di quanto poco siano (tecnicamente) competenti su gran parte delle materie di cui parlano.

Per esempio Stefano Patuanelli, capogruppo M5S al Senato, prende di mira la Ragioneria generale dello Stato, dopo che il suo capo politico ha intimato al ministro dell'Economia che un ministro serio i soldi li deve trovare (eccheccazzo!).

"La Ragioneria generale dello Stato ha un approccio più legato al passato, alle manovre fatte da Monti in poi. Va cambiato l'approccio di alcune figure."

Il tutto perché:

"Il governo del cambiamento lo si fa anche cambiando la mentalità dell'approccio ai problemi."

Il cambiamento di approccio è una formula con la quale è inteso il via libera da parte della Ragioneria a misure di spesa che hanno coperture di fantasia, ossia che non sono coperte. Il che porta a un maggiore deficit e, di conseguenza, a un ulteriore aumento del debito pubblico e, prima o poi, nuove tasse.

Per quanto questi signori ritengano di dover portare un "cambiamento" di mentalità, non possono cambiare la realtà. Né possono pretendere che, nominando un Ragioniere generale formatosi alla scuola del Blog delle stelle, costui possa aumentare la capacità dello Stato di indebitarsi, ancorché Di Maio parli di "attingere" al deficit come se fosse una riserva di denaro messa da parte per le occasioni speciali.

Perché per indebitarsi, in mancanza della monetizzazione da loro (sciaguratamente) invocata a opera della banca centrale, è necessario convincere i creditori attuali e potenziali. I quali, piaccia o non piaccia agli alfieri del cambiamento, generalmente preferiscono che sia la contabilità ad allinearsi alla realtà e non viceversa.

Mala tempora currunt.
 
 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".



Commenti

Post popolari in questo blog

Scorie - Come non sviluppare il mercato dei capitali

Scorie - Non esistono incentivi pubblici di mercato

Scorie - Acoltando Stiglitz si passerà da Volkswagen a Volksgeld