Scorie - Perché non torna al San Paolo?




Intervistato dal Fatto Quotidiano, giornale che gli è tutt'altro che ostile, Luigi Di Maio ha ribadito che, se necessario, il governo farà deficit oltre non solo a quanto previsto dal DEF, ma anche dalle regole Ue.

"Se per raggiungere i nostri obiettivi servirà, accederemo agli investimenti in deficit."

Probabilmente Di Maio crede che fare deficit sia come aprire una porta (di cui si posseggono le chiavi) per accedere a un locale. Probabilmente crede anche che non ci sia in realtà alcun limite alla possibilità di fare deficit.

Non mi stupirei se queste fossero le sue convinzioni, considerando quali sono le sue fonti sulle faccende di carattere economico con impatto sulla finanza pubblica.

Tanto nel M5S quanto nella Lega, che pure la pensano diversamente su diverse questioni, vi è la netta convinzione che la soluzione finale consista nello stampare moneta, una volta riacquisita, se necessario, la sovranità monetaria.

Quanto accade in paesi sovrani come la Turchia (per non parlare del Venezuela), pare non essere considerato uno scenario nel quale potrebbe finire anche la sovrana Italia.

Anche prescindendo dai vincoli numerici previsti dal Trattato Ue, la realtà impone limiti a chi si indebita. Se non vi è da parte del creditore la convinzione che il maggior debito serva a finanziare progetti che genereranno flussi di cassa in grado di mantenere solvibile il debitore, il premio per il rischio richiesto tenderà ad aumentare, fino all'impossibilità di avere nuovo credito.

Piaccia o meno, questo vale sia per chi non stampa a piacere la moneta nella quale si indebita, sia nel caso in cui la stampante sia sotto il suo controllo, semplicemente perché a un certo punto nessun creditore è disposto a fare prestiti denominati in quella moneta e, in generale, chiunque cerca di liberarsi di quella moneta il più in fretta possibile (vedere sempre gli esempi turchi e venezuelani).

Quindi non si creda che ci sia un "accesso" scontato e senza limiti al deficit.

Che peccato che questo ragazzo abbia interrotto la carriera di steward allo stadio San Paolo…
 
 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".


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