Scorie - Sempre peggio in Venezuela




Proseguendo nella sua opera di progressiva distruzione del Venezuela, Nicolas Maduro è arrivato a minacciare di mettere in galera chi non rispetta i limiti di prezzo da lui stesso stabiliti.

Dopo aver tolto 5 zeri alle banconote e ancorato il valore delle stesse a una criptovaluta che in teoria dovrebbe essere a sua volta ancorata alle riserve di petrolio, ma sulla cui non manipolabilità da parte del governo non crede nessuno, Maduro ha anche aumentato il salario minimo e fissato una serie di prezzi.

Sta di fatto che anche il nuovo bolivar sovrano (quello di prima si chiamava bolivar forte, nonostante di forte avesse solo la tendenza a essere stampato e a svalutarsi) ha iniziato a svalutarsi sul mercato parallelo, il che non può avere altra conseguenza che quella di creare un mercato parallelo dei beni a prezzi superiori a quelli calmierati, oltre a una scarsità degli stessi nei negozi.

Maduro, a reti unificate, ha detto:

"Abbiamo preso accordi per il prezzo di 25 prodotti, e questi prezzi il popolo deve farli rispettare. Vi chiedo di segnalarmi chi viola gli accordi e faremo intervenire il Sebin per arrestarlo."

Il Sebin sarebbe l'equivalente dei servizi di intelligence.

Maduro ha poi fatto l'esempio dell'arresto del gerente di un supermercato di Caracas, macchiatosi del "reato di speculazione".

"I prezzi erano stati aumentati del 200% e gli abitanti di Caurimare lo hanno denunciato e subito sono arrivati gli agenti del Dipartimento di difesa del consumatore (Sundde) che si sono portati via il responsabile della violazione della legge con le manette ai polsi."

E, senza alcun pudore per l'ormai totale implosione dell'economia venezuelana, ha aggiunto:

"abbiamo scoperto la formula perfetta della rivoluzione economica e siamo determinati a portarla avanti."

Purtroppo non si tratta di una formula nuova. Ogni imposizione ne richiede di successive per cercare di correggere le conseguenze indesiderate di quelle precedenti, con la progressiva distruzione dell'economia e, peggio ancora, l'altrettanto progressiva compressione della libertà delle persone.

Il tutto nella sostanziale indifferenza, spero (ma non ne sarei sicuro) mista a imbarazzo, dei tanti socialisti del mondo occidentale.
 
 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".


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