Scorie - Si limiti a parlare di immigrazione




Va bene che le sue fonti principali in materia sono Claudio Borghi e Alberto Bagnai, ma sentire Matteo Salvini che parla di finanza pubblica è deprimente.

Oltre a ribadire per l'ennesima volta che "faremo di tutto per rispettare regole e regolette europee ma il rapporto deficit/Pil non è la Bibbia", che è poi il motivo per cui le rassicurazioni del ministro dell'Economia risultano sempre meno convincenti, Salvini ha detto:

"L'economia è solida, il debito pubblico non è un problema e non parlerei di fuga di investitori: se qualche grossa azienda sposta i soldi da un paese a un altro non è un mio problema. Anche io ho incontrato grandi investitori e fondi sovrani, pure arabi: considerano ancora l'Italia un posto ideale in cui investire."

Le affermazioni sono state fatte in spiaggia a Milano Marittima, e uno potrebbe supporre che siano la conseguenza di un colpo di sole. Se non fosse che cose del genere Salvini le dice a tutte le ore del giorno, in qualsiasi stagione dell'anno.

L'economia sarà anche solida, ma diversi segnai lascerebbero supporre che qualche problema ci sia. Il debito pubblico, poi, è un problema, contrariamente a quello che sostiene Salvini, il quale aggrava quello stesso problema ogni volta che apre bocca o twitta su argomenti che non siano immigrazione o campi rom.

Magari non ci sarà stata una fuga di investitori, ma un'uscita è indubbio che ci sia stata e, piaccia o meno a Salvini, ciò deriva dal fatto che quegli stessi investitori non sono rassicurati dalle conseguenze che una concretizzazione anche parziale dei punti programmatici del governo avrebbe sulla sostenibilità del debito pubblico.

E se è vero che Salvini ha incontrato "grandi investitori e fondi sovrani, pure arabi", i quali, a suo dire, "considerano ancora l'Italia un posto ideale in cui investire", probabilmente non si è reso conto che i suoi interlocutori si stavano prendendo gioco di lui.

Come dar loro torto.
 
 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".


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