Scorie - Nessun pasto è gratis, neanche al museo




Matteo Renzi ha una certa facilità nel coniare slogan. Così come ce l'aveva nello spararle grosse quando era al potere. Da un paio di giorni va ripetendo che "hanno azionato la ruspa contro la cultura", riferendosi all'intenzione del ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Alberto Bonisoli, di porre fine all'obbligo di ogni museo di fare entrare i visitatori gratuitamente ogni prima domenica del mese.

Secondo lo statista di Rignano:

"Le domeniche gratuite al Museo nascono dall'intuizione di uno studente fiorentino. Quando siamo andati al Governo, nel 2014, abbiamo offerto l'opportunità di un ingresso gratuito mensile a tutti i cittadini, non solo ai fiorentini. Ieri il ministro della cultura del Governo Salvini-Di Maio ha annunciato la fine delle domeniche gratuite… Pur di attaccare il nostro Governo smantellano tutte le iniziative belle e utili."

Sarà che quando qualcuno riceve uno stipendio per fornire un servizio in una struttura pubblica, se a pagare non è chi fruisce del servizio, il conto lo deve saldare la cosiddetta fiscalità generale, ossia i pagatori di tasse.

Sarà anche che, a mio parere, ogni servizio deve essere pagato da chi ne fruisce. Se, poi, un soggetto privato intende filantropicamente finanziare l'ingresso a un museo, libero di farlo. Ma non c'è alcun motivo per imporre al pagatore di tasse di pagare l'ingresso al posto del visitatore.

Ciò detto, il ministro Bonisoli ha semplicemente constatato che non ha senso imporre a ogni direttore di museo di fare entrare i visitatori gratuitamente ogni prima domenica del mese; meglio lasciare autonomia decisionale in tal senso. Anche perché alcuni musei attraggono ugualmente un buon numero di visitatori e, a maggior ragione nei periodi di alta stagione turistica, si finisce per rinunciare all'incasso anche quando non ci sarebbe nessun bisogno di regalare l'ingresso per avere visitatori.

Non è che manchino gli argomenti per criticare il governo pentaleghista; anzi, non c'è che l'imbarazzo della scelta, quotidianamente.

Renzi è riuscito lo stesso nella non facile impresa di sbagliare bersaglio.
 
 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".


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