Scorie - Sì, la realtà è molto diversa. Ed è peggiore
Più ci si avvicina al 5 novembre, più le opposte fazioni peggiorano la qualità del dibattito sulla corsa alla Casa Bianca, tanto da rendere quasi meno penose le beghe su cui si azzuffano i politici nostrani e i rispettivi organi di informazione di riferimento.
Dalle colonne di Bloomberg, dove tifano Harris come se non ci fosse un domani, Robert Burgess, un vero e proprio talento nel fare cherry picking sui dati, scrive:
"Si pensa che l'economia sia un punto debole di Harris e dei Democratici andando verso le elezioni di novembre. La realtà è molto diversa... E non sono solo i profitti societari, anche redditi personali, consumi, risparmi spese per investimenti sono stati tutti rivisti al rialzo. Questa è un'economia che si è messa alle spalle i picchi di inflazione e sta pagando dividendi a più americani che mai."
Eppure sembra che, ancorché Harris sia attualmente favorita (più per demeriti di Trump che per meriti propri), almeno la metà degli americani non senta di aver percepito tutti questi dividendi. E quello che molti tifosi dei Democratici non vedono (o non vogliono vedere) è che a essere diminuita è la velocità di crescita dei prezzi, ma il potere d'acquisto perso da molti americani negli anni scorsi non è stato recuperato.
D'altra parte la stessa Harris cerca di smarcarsi da Biden, pur essendone stata vicepresidente per ormai quattro anni. Per quale motivo, se tutto andasse a gonfie vele?
Il tutto senza considerare che entrambi i candidati non attribuiscono alcuna importanza alla traiettoria fuori controllo della finanza pubblica, che è invece uno dei lasciti più significativi della Bidenomics.
Purtroppo l'economia rischia di non essere il punto debole di Harris, ma dei pagatori di tasse americani negli anni a venire.
Commenti
Posta un commento