Scorie - Le conseguenze del coraggio di andare avanti

In un'intervista al Sole 24 Ore rilasciata durante il World Economic Forum di Davos, Andrea Illy, presidente di Illy caffè, ha parlato di transizione green, sottolineando che servono volontà e coraggio politico di andare avanti.

"Bisogna avere la volontà e il coraggio di andare avanti, non solo a livello economico ma anche a livello politico. Mi vengono in mente le incertezze ancora presenti sull'auto elettrica. Personalmente sono nettamente a favore dei veicoli elettrici, che già come sono ora rappresentano un avanzamento nella tutela dell'ambiente. Di nuovo, ci sono problemi da risolvere, come quello delle batterie che richiedono il litio e altri materiali che possono alimentare un'altra dipendenza da Paesi fornitori; ma, anche qui, occorre considerare sia il progresso fatto sia che non è detto che le batterie avranno bisogno per sempre degli stessi materiali, un'ulteriore evoluzione tecnologica ci potrà essere in futuro anche su questo versante."

Posto che il tema dei materiali con cui costruire le batterie comporta non solo il rischio di divenire dipendenti dai Paesi fornitori (Cina su tutti), in un momento in cui si sta cercando di uscire dalla dipendenza dal gas russo, bensì anche problemi relativi alle condizioni di lavoro nelle miniere da cui si estraggono i materiali stessi, peraltro nell'ambito di processi non molto green, a me pare che Illy trascuri un elemento che non è affatto secondario: l'accessibilità delle auto elettriche.

Supponiamo pure che il "progresso" porti all'utilizzo di altri materiali e che i tempi di ricarica si riducano drasticamente (cosa che ci viene prospettata da anni senza che si sia materializzato nulla di tutto ciò); ma queste auto saranno economicamente alla portata dell'automobilista medio?

Allo stato attuale nulla lo lascia supporre. I fautori della elettrificazione politicamente indotta del parco auto sono soliti sottolineare che le auto elettriche stanno diventano meno care intermini relativi. Ma questo dipende dal fatto che le auto con motore a combustione interna sono a loro volta rincarate, peraltro senza beneficiare degli stessi generosi incentivi all'acquisto concessi da vari governi alle auto elettriche.

I conti sono destinati a non tornare, dato che un mercato di massa non può vivere di sussidi a carico dei pagatori di tasse. Il rischio concreto è che la proprietà dell'automobile torni a essere un lusso per benestanti, come prima che Ford e Volkswagen rendessero l'auto un bene accessibile a (quasi) tutti.

Anche questo è un effetto del "coraggio di andare avanti" politicamente. Meno auto, meno emissioni. Grazie a chi l'auto non potrà più permettersela.

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