Scorie - La lezione mai imparata
Sono passati ormai 15 anni da quando l'allora ministro Pierluigi Bersani introdusse, alla voce "liberalizzazioni", alcuni provvedimenti che in realtà nulla avevano a che fare con il significato del termine. Cosa peraltro non nuova, in Italia e non solo.
Uno di questi provvedimenti riguardava le assicurazioni rc auto, obbligando le compagnie ad attribuire a ogni componente di un nucleo familiare la classe di merito migliore tra quella dei singoli componenti. Il caso classico era quello del neopatentato che beneficiava della classe di merito (spesso la prima) del padre.
All'epoca (e ancora oggi) questo provvedimento fu considerato benefico per i consumatori. Il che è dovuto in gran parte all'analfabetismo economico dilagante a sud delle Alpi.
La lettura del classico di Henry Hazlitt "Economics in One Lesson" consentirebbe di capire che un provvedimento deve essere valutato non solo per gli impatti su un gruppo di soggetti, ma su tutti; e non solo per gli effetti di breve periodo, ma anche su quelli di lungo periodo.
Non intendo sostenere che quello delle rc auto fosse il migliore mercato possibile, ma che il provvedimento voluto da Bersani non fosse una soluzione era evidente fin dall'inizio. Qualcuno avrebbe avuto benefici, soprattutto a breve, ma ciò sarebbe stato pagato da altri. E il prodotto avrebbe avuto a lungo andare problemi di funzionamento.
Nel corso degli anni le compagnie, per evitare di operare strutturalmente in perdita (non solo per via della Bersani), hanno di fatto creato delle classi interne, per cercare di attribuire rischi verosimili ai diversi profili di assicurati.
Ora l'Ivass, Istituto di Vigilanza delle assicurazioni, annuncia che "intende organizzare una giornata di studio dedicata all'Rc auto e in particolare alla riforma del sistema del bonus/malus che ha ormai perso le capacità segnaletiche sul rischio del veicolo assicurato."
Guarda caso, oggi circa il 90% delle polizze rc auto è formalmente in classe 1.
Tutto prevedibile e previsto, da chi non fosse analfabeta (economico). Una minoranza, purtroppo.
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