Scorie - Green Pass for dummies
Sembra difficile da credere, ma a volte mi capita di leggere commenti dottrinari che criticano le disposizioni di legge riuscendo perfino a essere meno ragionevoli del legislatore.
Per esempio, commentando le nmorme in tema di obbligatorietà di possesso del green pass per accedere ai luoghi di lavoro, Giampiero Falasca scrive:
"Secondo una Faq pubblicata sul sito del Governo, il green pass rilasciato in seguito a un tampone non deve essere valido per tutta la durata dell'orario lavorativo, ma solo al momento del primo accesso quotidiano alla sede di servizio; dopo tale verifica, il documento può scadere durante l'orario di lavoro, senza la necessità di allontanamento del suo possessore. Questa lettura desta qualche perplessità."
Il caso riguarda evidentemente le persone che ottengono il green pass a seguito di tampone con esito negativo, la cui validità potrebbe scadere durante la giornata lavorativa. Per primo si era mosso il ministero dell'Interno, secondo il quale i poliziotti il gui green pass fosse scaduto durante il servizio avrebbero potuto terminare il turno senza incorrere in infrazioni della norma.
Vediamo, dunque, quali sono le perplessità di Falasca.
"Innanzitutto, si tratta di un'interpretazione che va contro la lettera e lo spirito del Dl 127/2021: il provvedimento, infatti, richiede di esibire e possedere il certificato verde ai fini dell'accesso sul luogo di lavoro, e non solo al momento dell'accesso. Ciò perché il decreto mira a impedire la presenza di persone prive del certificato verde. Inoltre sarebbe surrettiziamente allungata la validità del tampone, a prescindere dal parere della comunità scientifica. Infine un datore di lavoro, in ragione dei divieti di trattamento dei dati sanitari, non può tenere un registro con i nomi dei controllati al momento dell'accesso in azienda. Di conseguenza, se durante un controllo a campione nel corso della giornata lavorativa, incappa in un lavoratore con il green pass non valido, non è tenuto a sapere se il dipendente al momento del primo accesso ha mostrato un green pass valido. E, per la privacy, nemmeno può chiedergli di esibire il tampone per controllare l'orario di scadenza. Quindi dovrebbe allontanarlo e segnalarlo al Prefetto, al pari di chi all'inizio del turno non aveva il green pass."
Credo che Falasca sia stato infastidito dal fatto che, il giorno prima, aveva scritto e sostenuto che, in caso di scadenza durante la giornata, il lavoratore avrebbe dovuto uscire o essere allontanato dal luogo di lavoro.
Una interpretazione letterale ma a mio avviso totalmente irragionevole della norma. Prescindendo da più ampie considerazioni in merito al green pass, il buon senso dovrebbe suggerire che se il pass è valido al momento dell'ingresso e una persona è sul luogo di lavoro, farlo uscire dopo poche ore perché il pass scade, per esempio, alle 11.24 invece che alle 18.24 sarebbe demenziale.
Per di più si pensi, invece, ai possessori di green pass in quanto vaccinati. Costoro potrebbero essere positivi al Covid ancorché asintomatici. Nessuno metterebbe in dubbio la validità del loro green pass fino a quando non risultasse positiva almeno una perosna con cui loro sono stati in contatto e, sottoposti a un tampone, risultassero a loro volta positivi. Nel frattempo avrebbero potuto trasmettere il virus a diversi colleghi.
In definitiva, la materia è già abbastanza allucinante di suo, e sarebbe meglio evitare di criticare l'applicazione di un barlume di buon senso da parte di chi di buon senso generalmente dimostra di non averne granché.
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