Scorie - La (solita) ipocrisia degli intellettuali sinistrorsi




Ci sono diverse cose che accomunano l'Italia e la Francia. Tra queste, l'importanza di essere sinistrorsi (o dichiararsi tali) se si intende essere considerati intellettuali o artisti degni di tali definizioni dagli insider e dai mezzi di informazione mainstream.

Nelle due settimane che separano i due turni delle elezioni presidenziali francesi, le interviste a questo o quell'intellettuale per sentire la sua opinione in merito al voto non si contano. Ovviamente sono tutti intenzionati a votare Macron, seppure turandosi il naso.

Molti premettono di avere votato al primo turno per Melenchon, chavista convinto (nonostante ciò che sta accadendo in Venezuela) e fautore di una tassazione da esproprio pressoché totale per chi ha redditi superiori a venti volte la media.

Tra costoro vi è Édouard Louis, scrittore ventiquattrenne (pare goda di un certo successo) proveniente da una famiglia di modeste condizioni economiche, il quale ci tiene a precisare che lui ha votato Melenchon nonostante i suoi genitori abbiano sempre votato per il Front National.
All'intervistatore che gli chiede come viva la sua indubbia scalata sociale, Louis risponde così:

"Sento di non avere tradito nessuno. "Tu hai tradito" significa dire "tu appartieni alla tua famiglia, al tuo ambiente, al tuo villaggio", ma io voglio definire le mie appartenenze. Il che è anche ironico, perché poi scrivo sempre delle classi popolari. Comunque, la mia è una sinistra di progresso. Tutte le persone dovrebbero avere la possibilità di reinventarsi."

Le prime due frasi sembrano di un seguace di Ayn Rand, mentre il resto, più che "ironico", a me sembra profondamente ipocrita. Non riesco a definire altrimenti una persona che per se stesso esalta l'individualismo, salvo sostenere politicamente una sinistra da lotta di classe.

Ma non c'è nulla di cui stupirsi, in fin dei conti: il ragazzo è giovane, ma ha già capito perfettamente come vanno le cose.


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