Scorie - Keynes non è tra i migranti, è con noi da un pezzo ed è perfettamente integrato
"Il senso di sfiducia e di paura del futuro, che rischia di essere oggi il vero sentimento comune degli europei, ha nella gestione del tema dei migranti e dei profughi il suo punto più delicato ed evidente. Oportet ut scandala eveniant, (è cosa buona che avvengano gli scandali) ci insegna il detto biblico. E biblica è la diaspora dei milioni di disperati; un fatto non reversibile e che resterà per l'Europa uno "scandalo" con cui misurarsi. E con cui misurare il proprio egoismo, la propria ottusità. Perché proprio per la gestione dei migranti sarebbe naturale immaginare emissioni di eurobond per finanziare solidarietà, ma anche sviluppo e integrazione e addirittura un embrione di Difesa comune europea. L'impatto sulla domanda e sull'economia in generale ci sarebbe, eccome. Tanto che a volte vien da pensare che in coda, tra quei dignitosi disperati, ai confini del Sud Europa, ci sia anche il fantasma di John Maynard Keynes. Basta solo avere l'umiltà di volerlo vedere."
(A. Orioli)
Nel (folto) gruppo di chi paventa l'arrivo dello "spettro della deflazione" c'è anche il vice direttore del Sole 24 Ore, il quale, dopo aver invocato il solito bazooka di Mario Draghi (ossia ulteriore creazione di base monetaria), auspica un rilancio della domanda aumentando la spesa pubblica da destinare all'accoglienza dei migranti.
Il tutto sarebbe finanziato con emissioni di eurobond per "finanziare la solidarietà". Volendo pensare male si potrebbe supporre che dei migranti non interessi un granché, mentre l'obiettivo è gonfiare in qualche misura il Pil e allontanare il famigerato "spettro della deflazione".
Ma, anche tenendo lontani i pensieri maliziosi, credo sia opportuno ricordare queste parole di Murray Rothbard: "è facile essere compassionevoli se gli altri sono obbligati a pagarne il costo".
Chi invoca l'emissione di eurobond e inveisce contro gli egoismi tacciando chi nutre perplessità di essere ottuso, omette di specificare che gli eurobond non sarebbero un pasto gratis. Suppongo che mi si potrebbe ribattere che i tassi di interesse sono talmente bassi che, nei fatti, il pasto sarebbe gratis.
In realtà il pasto sarebbe gratis per i beneficiari di quelle spese, ma non lo sarebbe per gli altri, ossia coloro che quelle spese, anche a tassi bassi, dovrebbero finanziare con il pagamento di tasse. E poco importa che il conto non si presenti subito, ma fra qualche anno o decennio.
D'altra parte, se la soluzione fosse spendere soldi, non solo l'uscita dalla crisi sarebbe semplice, ma neppure si verificherebbero delle crisi. Tutti coloro che invocano queste misure si soffermano su ciò che accade oggi e si vede, ignorando ciò che non si vede e che accadrà domani.
Non è necessario guardare nelle file dei migranti alle frontiere di ingresso in Europa per vedere il fantasma di Keynes; è sufficiente guardare nei principali think tank e organizzazioni multilaterali (da OCSE a FMI, per fare solo un paio di esempi).
Men che meno serve umiltà per volerlo vedere. Per quello basta essere miopi.
(A. Orioli)
Nel (folto) gruppo di chi paventa l'arrivo dello "spettro della deflazione" c'è anche il vice direttore del Sole 24 Ore, il quale, dopo aver invocato il solito bazooka di Mario Draghi (ossia ulteriore creazione di base monetaria), auspica un rilancio della domanda aumentando la spesa pubblica da destinare all'accoglienza dei migranti.
Il tutto sarebbe finanziato con emissioni di eurobond per "finanziare la solidarietà". Volendo pensare male si potrebbe supporre che dei migranti non interessi un granché, mentre l'obiettivo è gonfiare in qualche misura il Pil e allontanare il famigerato "spettro della deflazione".
Ma, anche tenendo lontani i pensieri maliziosi, credo sia opportuno ricordare queste parole di Murray Rothbard: "è facile essere compassionevoli se gli altri sono obbligati a pagarne il costo".
Chi invoca l'emissione di eurobond e inveisce contro gli egoismi tacciando chi nutre perplessità di essere ottuso, omette di specificare che gli eurobond non sarebbero un pasto gratis. Suppongo che mi si potrebbe ribattere che i tassi di interesse sono talmente bassi che, nei fatti, il pasto sarebbe gratis.
In realtà il pasto sarebbe gratis per i beneficiari di quelle spese, ma non lo sarebbe per gli altri, ossia coloro che quelle spese, anche a tassi bassi, dovrebbero finanziare con il pagamento di tasse. E poco importa che il conto non si presenti subito, ma fra qualche anno o decennio.
D'altra parte, se la soluzione fosse spendere soldi, non solo l'uscita dalla crisi sarebbe semplice, ma neppure si verificherebbero delle crisi. Tutti coloro che invocano queste misure si soffermano su ciò che accade oggi e si vede, ignorando ciò che non si vede e che accadrà domani.
Non è necessario guardare nelle file dei migranti alle frontiere di ingresso in Europa per vedere il fantasma di Keynes; è sufficiente guardare nei principali think tank e organizzazioni multilaterali (da OCSE a FMI, per fare solo un paio di esempi).
Men che meno serve umiltà per volerlo vedere. Per quello basta essere miopi.
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