Scorie - Imagine

"Immaginate dunque per un attimo se i capi di governo europei convocassero un vertice per rafforzare il progetto europeo. Se producessero annunci per un'accelerazione del processo di integrazione finanziaria, per un'innovazione obbligazionaria europea con emissioni garantite dalla commissione e della Bei per duemila miliardi destinati a investimenti infrastrutturali; se annunciassero che il processo per l'unificazione fiscale è in corso e non rimandato a dopo il 2017 per paura delle elezioni in Germania, se concordassero una sospensione "formale" per 5 anni del tetto del 3% nel rapporto fra disavanzo e Pil e così via. E immaginate che l'annuncio venga direttamente dalla signora Merkel. Questo sarebbe sì un cambiamento di paradigma. E i mercati? Non potrebbero che sottoscrivere con entusiasmo. Ma per fare ciò ci vuole leadership. Che in Europa, anzi in Germania, in questo momento - Schäuble docet - manca."
(M. Platero)

Deluso dall'esito inconcludente dell'incontro primaverile dei potenti del mondo al Fondo Monetario Internazionale, Mario Platero invita il lettore a immaginare una serie di eventi che, a suo parere, farebbero uscire il mondo economico dal torpore.

Credo che il suo "cambio di paradigma", che sarebbe poi una delle tante varianti del keynesismo salvifico che viene propinato un giorno sì e l'altro pure dalle colonne del Sole24Ore e degli altri principali mezzi di informazione, potrebbe effettivamente essere accolto con favore da chi opera sui mercati finanziari, trattandosi ormai di soggetti del tutto dipendenti da dosi crescenti di stimoli (soprattutto monetari).

Credo anche, però, che l'ennesima dose da cavallo di doping non risolverebbe alcuno dei problemi delle economie mondiali. Semplicemente rimanderebbe nuovamente gli aggiustamenti necessari, rendendoli ancora più dolorosi in futuro.

Ci troviamo di fronte all'ennesima promessa di poter trasformare le pietre in pane, se solo si avesse la volontà di fare qualche passo in più verso il socialismo. Suppongo che Platero non vorrebbe sentir parlare di socialismo, ma non vedo come si potrebbe definire una integrazione finanziaria decisa a livello governativo, un massiccio piano di investimenti infrastrutturali finanziato socializzando il debito, oltre al processo di unificazione fiscale.

Il punto è che, oltre agli effetti deleteri per la libertà individuale e i diritti di proprietà che ogni socializzazione porta con sé, continua a essere propinata l'idea che il debito sia tale solo perché tale lo si considera, e che basterebbe mettersi d'accordo per far finta che non lo sia affinché non lo fosse.

La realtà, ovviamente, è ben diversa. Politicamente si può stabilire che il deficit e il debito non esistano, ma qualcuno, prima o poi, dovrà pagare il conto. Perché, checché ne dicano, non basta la volontà politica per trasformare le pietre in pane. Politicamente si può solo stabilire chi oggi mangia più pane di quanto avrebbe fatto senza l'intervento politico, ma non si tratterebbe di un pasto gratis. Qualcuno dovrebbe pagare il conto.

Questo i fautori del "cambio di paradigma" non lo dicono mai.


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