Scorie - Socialisti in abito talare
"Un Paese in cui c'è chi guadagna in un anno o meno quanto la stragrande maggioranza dei lavoratori non riuscirà a guadagnare per tutta la vita è semplicemente malato, e in esso si alimenterà inevitabilmente una situazione di disagio diffuso e di disgregazione fino a che i suoi legislatori non troveranno vie per far crescere la giusta distribuzione dei beni fra i cittadini."
(B. Forte)
Secondo monsignor Bruno Forte in Italia c'è un problema di distribuzione della ricchezza; distribuzione che, a suo dire, non è "giusta".
L'indicatore di ingiustizia sembrerebbe dovuto alle disparità di reddito, che nelle sue forme più accentuate farebbe dell'Italia un Paese "malato".
Si tratta di una impostazione tipicamente socialista, nulla di nuovo. Il problema resta sempre lo stesso: giudicare ciò che è giusto o ingiusto è inevitabilmente arbitrario se si valuta la dimensione dei redditi e non la modalità con la quale tali redditi sono generati.
Redditi generati da scambi volontari, quindi rispettando il principio di non aggressione, sono giusti. Viceversa, redditi generati violando il principio di non aggressione sono ingiusti. Il tutto a prescindere dalle dimensioni dei redditi stessi.
Pertanto, un reddito derivante da tasse pagate da un'altra persona è ingiusto, al pari di un reddito derivante da un furto, anche se di importo (molto) inferiore a un reddito derivante da scambi volontari. Dato che chi vorrebbe una distribuzione "giusta" ritiene che a fare giustizia debba essere lo Stato mediante l'uso del fisco, è evidente che per rendere giustizia a qualcuno si farebbe ingiustizia ad altri.
Questo a me pare il primo motivo per respingere i proclami dei profeti del socialismo, con o senza abito talare. Anche se, personalmente, i socialisti in abito talare mi risultano più indigesti di quelli senza.
(B. Forte)
Secondo monsignor Bruno Forte in Italia c'è un problema di distribuzione della ricchezza; distribuzione che, a suo dire, non è "giusta".
L'indicatore di ingiustizia sembrerebbe dovuto alle disparità di reddito, che nelle sue forme più accentuate farebbe dell'Italia un Paese "malato".
Si tratta di una impostazione tipicamente socialista, nulla di nuovo. Il problema resta sempre lo stesso: giudicare ciò che è giusto o ingiusto è inevitabilmente arbitrario se si valuta la dimensione dei redditi e non la modalità con la quale tali redditi sono generati.
Redditi generati da scambi volontari, quindi rispettando il principio di non aggressione, sono giusti. Viceversa, redditi generati violando il principio di non aggressione sono ingiusti. Il tutto a prescindere dalle dimensioni dei redditi stessi.
Pertanto, un reddito derivante da tasse pagate da un'altra persona è ingiusto, al pari di un reddito derivante da un furto, anche se di importo (molto) inferiore a un reddito derivante da scambi volontari. Dato che chi vorrebbe una distribuzione "giusta" ritiene che a fare giustizia debba essere lo Stato mediante l'uso del fisco, è evidente che per rendere giustizia a qualcuno si farebbe ingiustizia ad altri.
Questo a me pare il primo motivo per respingere i proclami dei profeti del socialismo, con o senza abito talare. Anche se, personalmente, i socialisti in abito talare mi risultano più indigesti di quelli senza.
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