Scorie - Sempre peggio in Venezuela

Apprendo dall'ANSA che il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha approfittato dei poteri speciali di cui disponeva fino a fine 2015 per modificare la legislazione che regola l'elezione dei membri della Banca Centrale, nonché alcune prerogative della stessa.

Il potere di eleggere i membri della Banca Centrale è stato tolto al Parlamento, non perché Maduro voglia una banca centrale più indipendente, bensì per asservirla a se stesso, avendo perso la maggioranza in Parlamento a seguito delle recenti elezioni.

D'ora in poi la Banca Centrale potrà "sospendere in modo transitorio la pubblicazione di informazioni durante situazioni interne ed esterne che rappresentano una minaccia alla sicurezza della nazione o alla sua stabilità economica", una notizia niente affatto rassicurante in un Paese con un piede e mezzo nell'iperinflazione.

Non che sia più rassicurante, peraltro, la disposizione presidenziale in base alla quale la Banca Centrale "potrà concedere o finanziare crediti allo Stato e alle entità pubblica", ossia stampare denaro e così monetizzare le spese dello Stato, qualora esista una minaccia contro la sicurezza nazionale. E chi stabilisce se questa minaccia esiste? Il presidente, ossia Maduro.

Che dire: il Venezuela è un (tragico) esempio di quello che succede a imboccare la strada del socialismo. Ed è un peccato che quello che accade in Venezuela non faccia minimamente riflettere, men che meno cambiare idea, ai socialisti e ai sovranisti monetari del Vecchio continente, i quali, peraltro, continuano a trovare spazio su giornali e talk show e, ciò che è peggio, nelle aule parlamentari.


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