Scorie - Europeismo vacuo
"L'Europa non è il problema ma una delle soluzioni. Abbiamo bisogno di
un'Europa più forte, più solidale, più prospera e più giusta."
(M. Roth, T. Repentin)
Michael Roth e Thierry Repentin sono ministri degli affari europei di
Germania e Francia. Nel loro caso, come in tanti altri, le dichiarazioni
solenni sono tanto dense di retorica quanto vuote di contenuti concreti.
Se uno sostiene che "l'Europa non è il problema ma una delle soluzioni"
dovrebbe anche spiegare perché la pensa in quel modo. La cosa varrebbe
anche in caso contrario, ossia se uno ritenesse che l'Europa non è la
soluzione ma uno dei problemi. I due ministri, però, si limitano a fare
affermazioni che probabilmente ritengono essere autoevidenti, ma che in
realtà non lo sono.
Nello stesso contesto hanno anche affermato: "Dobbiamo ridare vitalità
all'Europa della solidarietà". E per quale motivo? Non lo dicono.
Ancora: "A lungo l'Europa sociale non è stata altro che un argomento per
discorsi altisonanti". Questo indubbiamente è vero, ma non si notano grandi
differenze (in meglio) nei proclami franco-tedeschi in questione.
"Oggi dobbiamo riprendere ovunque in Europa la crescita, ma una crescita
solidale, che non lasci nessuno per strada". Cosa concretamente intendano
con questo proclama non è specificato, anche se il retrogusto è quello
delle classiche soluzioni redistributive tanto care ai socialisti di ogni
dove.
Dulcis in fundo, nonostante abbiano accatastato una serie di affermazioni
del tutto vuote di contenuto concreto, i due ministri sostengono che
"L'Europa che portiamo avanti insieme è un'Europa delle soluzioni concrete
e un'Europa che rafforza i propri valori". Anche in questo caso, le
"soluzioni concrete" non sono indicate, mente i valori, al di là della
"solidarietà" (ovviamente quella imposta agli altri) non si sa quali siano.
Io credo che se l'europeismo "senza se e senza ma" riesce al massimo a
esprimere queste vuote banalità, ben difficilmente risulterà convincente
alle orecchie di tanti europei. Con buona pace anche dei numerosi
europeisti all'amatriciana che pontificano in Italia, costruendo
sull'Europa carriere politico-burocratiche con remunerazioni che nel
settore privato si sognerebbero, ma ovviamente dichiarando il loro amore
per l'Europa del tutto disinteressato.
un'Europa più forte, più solidale, più prospera e più giusta."
(M. Roth, T. Repentin)
Michael Roth e Thierry Repentin sono ministri degli affari europei di
Germania e Francia. Nel loro caso, come in tanti altri, le dichiarazioni
solenni sono tanto dense di retorica quanto vuote di contenuti concreti.
Se uno sostiene che "l'Europa non è il problema ma una delle soluzioni"
dovrebbe anche spiegare perché la pensa in quel modo. La cosa varrebbe
anche in caso contrario, ossia se uno ritenesse che l'Europa non è la
soluzione ma uno dei problemi. I due ministri, però, si limitano a fare
affermazioni che probabilmente ritengono essere autoevidenti, ma che in
realtà non lo sono.
Nello stesso contesto hanno anche affermato: "Dobbiamo ridare vitalità
all'Europa della solidarietà". E per quale motivo? Non lo dicono.
Ancora: "A lungo l'Europa sociale non è stata altro che un argomento per
discorsi altisonanti". Questo indubbiamente è vero, ma non si notano grandi
differenze (in meglio) nei proclami franco-tedeschi in questione.
"Oggi dobbiamo riprendere ovunque in Europa la crescita, ma una crescita
solidale, che non lasci nessuno per strada". Cosa concretamente intendano
con questo proclama non è specificato, anche se il retrogusto è quello
delle classiche soluzioni redistributive tanto care ai socialisti di ogni
dove.
Dulcis in fundo, nonostante abbiano accatastato una serie di affermazioni
del tutto vuote di contenuto concreto, i due ministri sostengono che
"L'Europa che portiamo avanti insieme è un'Europa delle soluzioni concrete
e un'Europa che rafforza i propri valori". Anche in questo caso, le
"soluzioni concrete" non sono indicate, mente i valori, al di là della
"solidarietà" (ovviamente quella imposta agli altri) non si sa quali siano.
Io credo che se l'europeismo "senza se e senza ma" riesce al massimo a
esprimere queste vuote banalità, ben difficilmente risulterà convincente
alle orecchie di tanti europei. Con buona pace anche dei numerosi
europeisti all'amatriciana che pontificano in Italia, costruendo
sull'Europa carriere politico-burocratiche con remunerazioni che nel
settore privato si sognerebbero, ma ovviamente dichiarando il loro amore
per l'Europa del tutto disinteressato.
Commenti
Posta un commento