Scorie - Regola sempre meno aurea
In vista dell'entrata nel vivo delle discussioni (con relativi mercanteggiamenti) europee in merito alla rivisitazione delle regole di finanza pubblica, sospese da quando fu dichiarata la pandemia da Covid-19, il vasto partito di coloro che credono nella via alla prosperità a mezzo deficit sta proponendo una nuova versione della cosiddetta golden rule (che di aureo non ha un bel nulla).
Se la versione classica consisteva nell'escludere dal deficit le spese per investimenti pubblici, adesso si invoca anche l'esclusione delle spese per il sostegno militare all'Ucraina.
Nelle parole del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, si dovrebbe considerare tra le esclusioni "la spesa per la difesa derivante da impegni assunti nelle sedi internazionali".
Non possono poi mancare le spese per produrre i "beni pubblici europei" (e immagino che qui la definizione potrebbe contenere di tutto), oltre agli immancabili investimenti "per contrastare i cambiamenti climatici e promuovere la transizione digitale."
Avanti di questo passo, praticamente nessuna spesa sarebbe compresa nel calcolo del deficit, che finirebbe per essere sempre un surplus. Immagino che a quel punto di parlerebbe, ancora più a sproposito di quanto accada già oggi a ogni legge di bilancio, di "tesoretti" da utilizzare per questo o quel bonus, o per continuare a calciare avanti il momento della presa d'atto della sempre minore sostenibilità di quel grande schema Ponzi che chiamano sistema pensionistico.
Questa impostazione, ancorché per motivi di convenienza politica sarà contestata dall'attuale opposizione, è in realtà condivisa da una maggioranza più che bulgara dei partiti rappresentati in Parlamento.
Come in altre circostanze non credo avrà successo in sede comunitaria, se non parzialmente. Ciò non toglie, peraltro, che per quanto ci si sforzi di modificarla, la realtò non cambia. E le regole contabili dovrebbero fornire una descrizione veritiera della realtà. Pensare che sia possibile il contrario resta una pericolosa illusione, perché ogni spesa va finanziata con risorse reali.
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