Scorie - Bestialità

Da amante della montagna e della natura in generale, ho seguito il dibattito, dai toni spesso sguaiati, relativo alla morte del giovane Andrea Papi, ferito a morte da un orso mentre correva su una strada forestale nei boschi della Val di Sole.

La provincia di Trento ha disposto la soppressione dell'orso (una femmina di 17 anni), che già aveva aggredito due persone lo scorso giugno, quando verrà trovato. Anche lo scorso anno la provincia aveva disposto la soppressione, poi bloccata da un ricorso al TAR. 

Credo che nessuno, a maggior ragione se amante della natura, dovrebbe essere contento della soppressione di un animale, ma nel caso in questione le affermazioni di certi animalisti sono a dir poco bestiali.

Si va da chi non si limita a ricordare come ci si dovrebbe comportare se ci si imbatte in un orso, ma si spinge a dare per assodato che Papi sia colpevole dell'attacco mortale subito. Fino a Massimo Vitturi della Lega Anti Vivisezione, secondo il quale "la responsabilità di questa morte è della Provincia di Trento che per 24 anni non ha educato i cittadini alla convivenza con gli orsi."

E questo per non riportare i commenti di persone che non vedono differenza tra la vita di un essere umano e quella di un animale.

Purtroppo il problema esiste e non è banale, a mio parere. La reintroduzione degli orsi, a partire da oltre vent'anni fa, nelle valli dell'Adamello e del Brenta, "importandoli" dalla Slovenia, evidentemente è sfuggita di mano.

Per quanto si invitino le persone ad andare per boschi tenendo un comportamento "corretto" (il che, peraltro, non azzera il rischio di essere attaccati), sarebbe eccessivo, a mio parere, non tenere conto del fatto che il numero degli orsi in quelle valli del Trentino è ormai pari al triplo di quello che consentirebbe una convivenza più equilibrata.

Per quanto mi riguarda, preferirei che si riuscisse a ridurne il numero riportandoli in luoghi meno frequentati dall'uomo, ma le dichiarazioni allucinanti di certi animalisti mi sembrano l'equivalente delle crociate di certi ambientalisti. Spesso temo che in taluni individui coinvivano entrambe queste anime. Per costoro dovremmo spostarci o con macchine elettriche inaccessibili economicamente, oppure a piedi o in bicicletta. E non solo dovremmo rispettare la fauna selvatica, ma esserne subordinati. 

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