Scorie - (A)normalità
Dopo oltre un decennio di politiche monetarie molto espansive, le principali banche centrali sembrano iniziare a essere in difficoltà nel sostenere la correttezza del loro operato. Nonostante continuino a ripetere, in sostanza, che meglio di così non si poteva fare e che se le economie non crescono poi così tanto è colpa dei governi (il che è condivisibile, ma per motivi di fatto opposti a quelli addotti dalle banche centrali), le argomentazioni utilizzate sono sempre meno credibili e, in taluni casi, perfino ridicole.
Per esempio, nel suo ultimo rapporto semestrale sui rischi alla stabilità finanziaria, la Federal Reserve ha scritto, tra le altre cose:
"Nonostante i prezzi degli asset rimangano alti in diversi mercati, ciò è dovuto principalmente al fatto che i rendimenti dei titoli del Tesoro sono bassi. Quando analizzati in relazione al rendimento dei titoli del Tesoro, le valutazioni di obbligazioni societarie e azioni sono vicine ai normali livelli storici."
Non vorrei scomodare Catalano, ma va da sé che se i tassi di interesse delle attività considerate prive di rischio, ossia i titoli del Tesoro, sono bassi, ciò si riflette sulle valutazioni di tutte le altre attività (gonfiandole), a parità di altre condizioni.
Il fatto che in termini relativi non si sia distanti da ciò che è considerato "normale" non dovrebbe però risultare particolarmente rassicurante, se fosse "anormale" il livello dei rendimenti dei titoli del Tesoro.
I quali, negli Stati Uniti (e non solo), sono abbondantemente negativi in termini reali, da anni. Il tutto non per un eccesso di risparmio, come vanno sostenendo coloro che vogliono ignorare che la liquidità copiosamente creata dal nulla da oltre un decennio non corrisponde affatto a risparmio reale. Bensì per via, appunto, di politiche monetarie ampiamente espansive, che hanno gonfiato i prezzi dei titoli e sgonfiato i rendimenti.
E' bastato un timido tentativo di rimozione parziale degli stimoli da parte della Federal Reserve per fare sentire sinistri scricchiolii in diversi mercati. Ciò ha indotto la banca centrale americana a riprendere un orientamento espansivo, con tanti saluti alla "normalizzazione".
Alla luce di tutto questo serve un grande coraggio o una immensa miopia per affermare che non vi siano rischi particolari per la stabilità finanziaria, a partire dai rendimenti molto bassi dei titoli del Tesoro, con ciò che questo comporta, a cascata, per la valutazione di tutte la altre attività.
E meno male che si tratta di un rapporto sui rischi alla stabilità finanziaria…
Commenti
Posta un commento