Scorie - Chi di econometria ferisce, di econometria perisce




Alle diverse bocciature e critiche ricevute alle previsioni inserite nella nota di aggiornamento al DEF, il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha risposto che al MEF hanno usato "lo stesso modello degli anni precedenti".

Io non lo metto in discussione, ma questo è il classico esempio dal quale si può dedurre che, oltre a non potere per definizione prevedere esattamente ciò che accadrà in futuro, qualsiasi modello econometrico può prestarsi, se opportunamente "massaggiato", a restituire il risultato desiderato.

Il tutto perché ci sono input che sono inevitabilmente arbitrari, ancorché alcuni possano essere più palesemente inverosimili di altri.

Fatto sta che, credo involontariamente, questo governo offre una dimostrazione lampante di quanto sia eccessiva la fiducia generalmente riposta nei modelli econometrici.

E questo vale a maggior ragione nei confronti di coloro che sono soliti prendere "at face value" le previsioni elaborate con questi modelli.

Chi di econometria ferisce, di econometria perisce.
 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".


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