Scorie - Il gioco socialista a somma negativa




Se in Italia chi governa promette più spesa pubblica e meno tasse (e credo che la prima promessa sarà realizzata in abbondanza, mentre avrei dubbi sulla consistenza della seconda), in Spagna l'alleanza tra socialisti e la ancor più sinistrorsa Podemos si appresta a predisporre la classica manovra redistributiva in stile novecentesco.

Sostengono Pedro Sanchez e Pablo Iglesias, i due alleati in questione:

"Dopo sette anni di tagli del governo del Partito popolare, il nostro Paese è retrocesso in uguaglianza di opportunità, in coesione sociale, in libertà e diritti, in qualità della democrazia e convivenza… è urgente curare le cicatrici dell'austerity, chiudere le ferite sociali, e possiamo farlo già con la prossima legge finanziaria."

La quale dovrebbe contenere un aumento del salario minimo del 22.3%, l'indicizzazione delle pensioni all'inflazione, misure per calmierare i prezzi degli affitti e una sorta di controriforma del mercato del lavoro.

Il tutto accompagnato da un inasprimento della tassazione per i redditi superiori a 100 e 300mila euro, oltre a un incremento dell'1% dell'imposta sui patrimoni superiori a 10 milioni di euro.

Nessuna novità particolare. Tutta roba già vista in passato e che generalmente fanno i socialisti quando sono al governo.

Come poi si possa parlare spudoratamente di libertà e diritti quando si pensa di mazzolare una parte, seppure minoritaria, dei propri governati, mi pare logicamente inconsistente.

Ma la logica socialista è sempre quella del gioco a somma zero, il che già sarebbe di per sé peggio di una situazione in cui gli scambi sono volontari. Il problema è che la somma tende poi a essere negativa all'aumentare del grado di socialismo.

Ma questo in molti non lo hanno capito neppure 200 anni dopo Marx.
 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".


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