Scorie - Chi trae benefici dalle crisi




Sono ormai dieci anni che si sente ripetere come un mantra che una delle cause della crisi fu la mancanza di regole. Questo è servito per introdurne in quantità industriale nel settore finanziario, oltre che per istituire nuovi enti regolatori, che hanno, di fatto, aumentato il numero dei burocrati.

Non è vero che mancavano le regole: le regole c'erano, molto probabilmente erano sbagliate, e, altrettanto probabilmente, gestite in modo inefficace, anche perché, contrariamente a quanto alcuni potrebbero credere, nessun regolatore è onnisciente.

Fatto sta che, nonostante i regolatori non siano indenni da responsabilità per quanto accaduto, la crisi ha rappresentato una formidabile opportunità non già per metterne in discussione l'operato, bensì per attribuire loro nuovi poteri e aumentarne i ranghi.

Un copione che, ahimè, si ripete di crisi in crisi. Perché alla fine si tratta sempre e comunque di fallimenti di mercato, stando alla versione mainstream.

Non stupisce, quindi che il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, riferendosi a un progetto di rafforzamento (ulteriore) delle autorità di vigilanza a livello comunitario, abbia affermato:

"I mercati finanziari stanno cambiando velocemente. Una sorveglianza più integrata rafforzerà la zona euro."

Il fatto è che non vi è alcuna prova che l'aumento delle dimensioni degli apparati di controllo, magari accompagnato dalla centralizzazione a livello comunitario di determinate attività, migliori il funzionamento della vigilanza.
L'unica certezza è che, a ogni tornata, aumentano le regole, i regolatori e spesso si creano sovrapposizioni, anche perché le nuove strutture non sostituiscono quelle esistenti.

La conclusione è che ogni volta che qualcosa non funziona, anche se si tratta di un fallimento della regolamentazione, non si sostituisce quella precedente (magari riducendola veramente), bensì si aggiunge uno strato ulteriore.

Così aumentano i consumatori di risorse altrui, i veri vincitori di ogni crisi. Su tutto il resto avrei dei dubbi.


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