Scorie - Sovranisti a vanvera
"Nelle ultime 3 settimane il mercato finanziario cinese si è contratto di circa il 30%, per un controvalore di 3200 miliardi di dollari. Negli ultimi giorni altre 200 aziende quotate hanno sospeso la contrattazione delle loro azioni sul mercato per impedire nuove vendite, e il totale delle aziende coinvolte in questa operazione ammonta ormai a 745, il 26% del totale. La Cina è di fronte al classico fenomeno della bolla speculativa che ora rischia di sgonfiarsi gettando nel panico prima i mercati asiatici, col Giappone in prima linea, e poi quelli occidentali, considerando che la Cina è la seconda economia del mondo e grazie ai suoi avanzi commerciali garantisce da anni ingenti investimenti nelle economie europee."
(N. Morra)
Nicola Morra, senatore del M5S, si è improvvisato cronista/analista di questioni finanziarie, occupandosi dei recenti ribassi dei mercati azionari cinesi.
In Cina da anni prosegue una colossale espansione del credito, con la conseguente espansione del debito. Per le sole imprese il debito è passato dal 98 per cento del Pil nel 2007 al 155 per cento del Pil nel 2014. Le autorità cinesi hanno voluto incentivare il riequilibrio (più capitale, meno debiti) spingendo sulle quotazioni di società in borsa e favorendo la diffusione dell'investimento azionario tra i risparmiatori. Anche questi, però, l'hanno fatto ricorrendo al debito. Quindi non deve generare stupore il fatto che si siano formate bolle finanziarie.
Morra, però, non fa alcun riferimento all'espansione creditizia e alla manipolazione dei tassi di interesse da parte della banca centrale cinese, finendo per utilizzare l'andamento dei mercati azionari cinesi come pretesto per (stra)parlare di sovranità.
"La realtà è che in un mondo in cui la finanza è globalizzata e sovrana sugli Stati nazionali, o si inverte la rotta, ripristinando le sovranità perdute, o ci si abbandona ai tracolli periodici dei mercati di tutto il mondo, scaricati prontamente su lavoratori e le piccole-medie imprese".
Ora, se c'è un posto dove la sovranità statale è esercitata in modo fin troppo pieno è proprio la Cina, dove non si muove foglia che lo Stato (alias il partito comunista) non voglia. E infatti la reazione delle autorità cinesi è stata di porre restrizioni o veri e propri divieti alle vendite, nonché di acquistare direttamente azioni, contribuendo inevitabilmente a peggiorare le cose, dato che la formazione dei prezzi risulta totalmente manipolata e le oscillazioni crescono ulteriormente.
Se l'obiettivo è evitare i tracolli periodici dei mercati di tutto il mondo e ciò che ne consegue, bisogna in primo luogo tenere alla larga la sovranità statale, nell'accezione cara ai Morra di questo mondo, da moneta, credito e mercato.
L'esatto contrario di ciò che vorrebbero i sovranisti.
(N. Morra)
Nicola Morra, senatore del M5S, si è improvvisato cronista/analista di questioni finanziarie, occupandosi dei recenti ribassi dei mercati azionari cinesi.
In Cina da anni prosegue una colossale espansione del credito, con la conseguente espansione del debito. Per le sole imprese il debito è passato dal 98 per cento del Pil nel 2007 al 155 per cento del Pil nel 2014. Le autorità cinesi hanno voluto incentivare il riequilibrio (più capitale, meno debiti) spingendo sulle quotazioni di società in borsa e favorendo la diffusione dell'investimento azionario tra i risparmiatori. Anche questi, però, l'hanno fatto ricorrendo al debito. Quindi non deve generare stupore il fatto che si siano formate bolle finanziarie.
Morra, però, non fa alcun riferimento all'espansione creditizia e alla manipolazione dei tassi di interesse da parte della banca centrale cinese, finendo per utilizzare l'andamento dei mercati azionari cinesi come pretesto per (stra)parlare di sovranità.
"La realtà è che in un mondo in cui la finanza è globalizzata e sovrana sugli Stati nazionali, o si inverte la rotta, ripristinando le sovranità perdute, o ci si abbandona ai tracolli periodici dei mercati di tutto il mondo, scaricati prontamente su lavoratori e le piccole-medie imprese".
Ora, se c'è un posto dove la sovranità statale è esercitata in modo fin troppo pieno è proprio la Cina, dove non si muove foglia che lo Stato (alias il partito comunista) non voglia. E infatti la reazione delle autorità cinesi è stata di porre restrizioni o veri e propri divieti alle vendite, nonché di acquistare direttamente azioni, contribuendo inevitabilmente a peggiorare le cose, dato che la formazione dei prezzi risulta totalmente manipolata e le oscillazioni crescono ulteriormente.
Se l'obiettivo è evitare i tracolli periodici dei mercati di tutto il mondo e ciò che ne consegue, bisogna in primo luogo tenere alla larga la sovranità statale, nell'accezione cara ai Morra di questo mondo, da moneta, credito e mercato.
L'esatto contrario di ciò che vorrebbero i sovranisti.
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