Scorie - Da Marx a Piketty: 150 anni passati invano.
"Traendo spunto da analisi e proposte come quelle del libro che discutiamo oggi, dobbiamo allora impegnarci tutti per non eludere il tema più urgente dell'Europa contemporanea: individuare una strategia comune per una crescita solida e sostenibile, per combattere le diseguaglianze e garantire migliori condizioni di vita a tutti i cittadini."
(L. Boldrini)
Laura Boldrini ha sentito l'esigenza di presenziare alla presentazione della traduzione italiana de "Il Capitale nel XXI secolo", di Thomas Piketty, economista francese che ha pensato di aggiornare il lavoro di Marx.
Le parole di Boldrini sono tanto politically correct quanto dannose, a mio parere. Combattere le disuguaglianze seguendo le proposte di Piketty significherebbe rendere ancor più progressivi i sistemi fiscali europei, che nei principali Paesi già lo sono abbondantemente.
L'uso di aliquote confiscatorie su redditi e patrimoni superiori a determinate soglie arbitrariamente stabilite dal governante di turno, oltre a esasperare la violazione della proprietà di chi subisce il prelievo fiscale in questione, non rappresenta certo una soluzione, scoraggiando la produzione dei redditi (e dei patrimoni) ancor prima che si possa pensare a una loro redistribuzione.
La crescente disuguaglianza dei redditi non è un fenomeno riconducibile alla "cattiveria" del libero mercato (come amano pensare le Boldrini di questo mondo), ma deriva per lo più dalle distorsioni normative e regolamentari a cui esso è sottoposto. Un caso su tutti: la gestione della moneta e l'uso della politica monetaria, che determina una redistribuzione di ricchezza a favore di chi entra per primo in possesso della nuova moneta creata da nulla, a danno degli altri. Ebbene: non sono i meno abbienti coloro che hanno tratto e traggono beneficio dalle politiche monetarie espansive delle banche centrali. Semmai è il contrario.
Quanto al "garantire migliori condizioni di vita a tutti i cittadini", si tratta di una frase a effetto sempre valida per ricevere un applauso, ma purtroppo non è possibile fornire una tale garanzia a tutti, men che meno usando il randello fiscale.
Ma da chi passa da Marx a Piketty come fonte di ispirazione non ci si può aspettare di meglio.
(L. Boldrini)
Laura Boldrini ha sentito l'esigenza di presenziare alla presentazione della traduzione italiana de "Il Capitale nel XXI secolo", di Thomas Piketty, economista francese che ha pensato di aggiornare il lavoro di Marx.
Le parole di Boldrini sono tanto politically correct quanto dannose, a mio parere. Combattere le disuguaglianze seguendo le proposte di Piketty significherebbe rendere ancor più progressivi i sistemi fiscali europei, che nei principali Paesi già lo sono abbondantemente.
L'uso di aliquote confiscatorie su redditi e patrimoni superiori a determinate soglie arbitrariamente stabilite dal governante di turno, oltre a esasperare la violazione della proprietà di chi subisce il prelievo fiscale in questione, non rappresenta certo una soluzione, scoraggiando la produzione dei redditi (e dei patrimoni) ancor prima che si possa pensare a una loro redistribuzione.
La crescente disuguaglianza dei redditi non è un fenomeno riconducibile alla "cattiveria" del libero mercato (come amano pensare le Boldrini di questo mondo), ma deriva per lo più dalle distorsioni normative e regolamentari a cui esso è sottoposto. Un caso su tutti: la gestione della moneta e l'uso della politica monetaria, che determina una redistribuzione di ricchezza a favore di chi entra per primo in possesso della nuova moneta creata da nulla, a danno degli altri. Ebbene: non sono i meno abbienti coloro che hanno tratto e traggono beneficio dalle politiche monetarie espansive delle banche centrali. Semmai è il contrario.
Quanto al "garantire migliori condizioni di vita a tutti i cittadini", si tratta di una frase a effetto sempre valida per ricevere un applauso, ma purtroppo non è possibile fornire una tale garanzia a tutti, men che meno usando il randello fiscale.
Ma da chi passa da Marx a Piketty come fonte di ispirazione non ci si può aspettare di meglio.
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