Scorie - Turbocazzole
In questi giorni il governo sta cercando, con grande dispendio di parole, di predisporre un'agenda di cose da fare ipoteticamente fino al termine della legislatura, nel 2023. Da più parti vi è scetticismo sulla durata per altri tre anni di questa alleanza giallorossa, ma non è di questo che intendo occuparmi.
Piuttosto trovo ridicole affermazioni come quelle del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che ha da poco sostituito Giggino Di Maio come capo delegazione nel governo, il quale che detto che "è ora di mettere il turbo", dopo aver sostenuto che il governo ha già fatto tanto in questi mesi.
Se intendeva dire che ha fatto tanto male, anche prospetticamente, ai pagatori di tasse, è così; se intendeva dire che ha fatto tanto di buono, non è così. Lui stesso è fautore di una riforma della prescrizione che avvicina l'Italia ad alcune tirannie di Paesi che generalmente sono considerati meno civili di quelli occidentali.
Il presidente del Consiglio, autodefinitosi tempo addietro "avvocato del popolo", per non essere da meno ha pensato di ricorrere a un ossimoro: "dobbiamo marciare di corsa".
Aggiungendo: "Uno dei temi forti sarà l'occupazione. Dobbiamo farla lievitare per far crescere il Paese."
Probabilmente crede di essere anche il fornaio del popolo.
Poi uno guarda le foto scattate durante questi vertici ministeriali e trova conferma, se ancora gli fosse rimasto qualche dubbio, che quella del peggio è una categoria davvero senza limite.
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