Scorie - Un (niente affatto) miracoloso calcio al barattolo

L'approvazione definitiva della legge di bilancio per il 2020 ha portato con sé la certezza di quanto era già intuibile da mesi: ancora una volta non ci sarà nessun reale calo delle tasse, mentre si rimanda al futuro la sistemazione (almeno un suo inizio) dello scassato bilancio dello Stato.

Nonostante il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri vada ripetendo come un disco rotto che sia stato fatto "un miracolo", i numeri parrebbero segnalare nulla di miracoloso.

Le clausole di salvaguardia sono state ridotte per lo più in deficit, al tempo stesso ipotecando il biennio 2021-2022 con altri 47,1 miliardi, di cui 44,2 di Iva e 2,9 di accise sui carburanti.

Gualtieri, a fronte di questi numeri, ha affermato:

"Abbiamo ridotto le clausole di salvaguardia e con la prossima manovra le elimineremo del tutto."

In realtà è stato calciato avanti il barattolo per l'ennesima volta, e Gualtieri molto probabilmente pensa in cuor suo che la prossima legge di bilancio sarà affare di altri, date le precarie condizioni del governo giallorosso, con le forze di maggioranza che litigano su tutto.

Nessuna nuova, quindi. Ma non è affatto una buona nuova.

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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