Scorie - Ossimoriche canalizzazioni

Come è noto, uno dei cavalli di battaglia del M5S è la Banca di investimento del Sud, che adesso vorrebbero realizzare nell'ambito del salvataggio della Banca Popolare di Bari. Un modo per rendere certamente costosa (per i pagatori di tasse) la faccenda, oltre a non avere alcun senso, dato che una banca di investimento (o di sviluppo, che non è la stessa cosa ma sembra esserlo per i proponenti) è ben diversa da una banca commerciale, peraltro malmessa.

In un articolo pubblicato sul sole 24 Ore, Paolo Gualtieri si occupa della faccenda. Scrive Gualtieri:

"Bisogna tornare a occuparsi, nell'anno 2020, della questione meridionale, facendo tesoro dell'esperienza storica ma con un approccio nuovo, adatto al mutato contesto, altrimenti sono possibili fratture sociali e politiche ancor più profonde e violente di quelle alle quali assistiamo."

Quindi, che fare?

"L'idea all'origine dell'ipotesi di creazione di una Banca di investimento del Sud utilizzando fondi pubblici ha un senso, ma va declinata immaginando l'evoluzione delle varie industrie e dei mercati finanziari. Non bisogna demonizzare l'uso dei soldi dei contribuenti per lo sviluppo economico solo perché nel recente passato lo Stato non ha dato buona prova di sé, ma occorre canalizzare le risorse pubbliche secondo una logica di mercato aperto e concorrenziale."

Non dubito della buona fede che anima queste argomentazioni, ma credo che siano totalmente prive di senso. Canalizzare le risorse pubbliche secondo una logica di mercato è una sorta di ossimoro, perché se ci fosse un mercato per ciò a cui si vogliono dedicare risorse pubbliche, non ci sarebbe bisogno delle stesse. Viceversa, se si ritiene indispensabile "canalizzare" tali risorse, significa uscire da logiche di puro mercato aperto e concorrenziale.

Tutto questo in linea generale. Se poi ci si cala nel contesto italiano, la cosa appare ancora meno sensata. Basta ascoltare le opinioni tanto di chi governa, quanto di chi sta all'opposizione per rendersene conto.

Poi danno degli utopisti ai libertari…

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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