Scorie - MMT, il balsamo di tigre che piace ai tossici della spesa pubblica

Warren Mosler, uno dei "santoni" della Modern Monetary Theory (MMT), ha la ricetta pronta per risollevare le sorti delle economie europee.

"La Bce dovrebbe acquistare obbligazioni emesse dalla Banca europea per gli investimenti pari a circa il 5% del Pil, non contabilizzate nei debiti nazionali, e destinare i fondi ai Paesi membri per finanziare investimenti. Basterebbe questo per far diminuire la disoccupazione e ripartire l'economia. Inoltre, dal momento che questi fondi sarebbero distribuiti agli Stati membri in proporzione al loro Pil, si eviterebbe il "moral hazard" che è ciò che spaventa di più gli Stati del Nord Europa."

Non dovrebbe suonare nuova questa proposta, dato che gli alchimisti che definiscono la linea di politica economica che l'attuale governo vorrebbe fosse implementata in Italia e in Europa è più o meno la stessa.

C'è molta capacità inutilizzata – ci dicono costoro – quindi non solo è possibile, ma doveroso, implementare un grande piano di investimenti pubblici finanziato a debito e monetizzato con denaro creato dal nulla. Non ci sarebbe né spiazzamento di investimenti privati, né moral hazard. E vissero tutti felici e contenti.

Il passaggio successivo consiste nell'affermare, tra il lamentoso e il rancoroso, che se tutto questo non accade è per via dell'egoismo teutonico.

Ma sarebbe davvero così o c'è qualcosa che non si vede, per dirla con Bastiat?

Ciò che non si vede, ma che avendo qualche neurone si può intuire esserci, è che dal nulla non si crea ricchezza. La si può solo redistribuire. E questo è ciò che accade ogni volta che di crea denaro dal nulla.

Il beneficio andrebbe a coloro che effettuano i lavori connessi all'investimento (imprese e lavoratori), ed è relativamente facile vedere questi beneficiari.

Ma il fatto che per finanziare questi lavori non sia necessario aumentare le tasse immediatamente e che si assicuri di non doverlo fare neanche in futuro perché basta creare denaro dal nulla per pagare il conto, non cambia la realtà: per tutti coloro che non sono beneficiari diretti (o beneficiari da indotto, seppure costoro in misura minore rispetto ai primi), il potere d'acquisto sarà inferiore rispetto alla mancata immissione di denaro fiat per finanziare quegli investimenti.

Questa è una forma di tassazione, ancorché non esplicita.

D'altra parte, se tutto fosse indolore, per quale motivo limitarsi al 5% del Pil? E se davvero non ci fosse azzardo morale, come spiegare, tanto per fare un solo esempio, che al calo della spesa per interessi dovuto al quantitative easing della BCE in Italia non si è assistito a un calo di spesa pubblica, ma a un incremento su altre voci di spesa?

Trecento anni dopo Cantillon, siamo ancora alle prese con gli spacciatori di ricette miracolose, che hanno lo stesso effetto del balsamo di tigre. Queste ricette continuano a trovare compratori. Peccato che il conto lo debba pagare soprattutto chi ne farebbe volentieri a meno.

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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