Scorie - Quale moneta credibile?
E' stata riportato da più parti questa affermazione di Agustin Carstens, direttore generale della Banca dei Regolamenti Internazionali, ossia la banca centrale delle banche centrali, a proposito del Bitcoin:
"pur essendo probabilmente pensato come un sistema di pagamento alternativo senza il coinvolgimento di un governo, è diventato la combinazione di una bolla, uno schema Ponzi e un disastro ecologico."
Carstens teneva un discorso a un evento organizzato dalla Bundesbank. Come sempre è stata riportata la frase a effetto, estrapolata da un discorso di una decina di pagine. Nelle quali è possibile leggere affermazioni decisamente discutibili in merito al concetto stesso di moneta.
Quando una innovazione viene così pesantemente attaccata dalle autorità che sono preposte a preservare lo status quo, qualche sospetto dovrebbe venire anche ai non tecnici.
Da non tecnico informatico, ma da tecnico di questioni monetarie, leggendo tutto il discorso di Carstens non posso far altro che confermare il sospetto che l'attacco non sia volto solo a tutelare i risparmiatori o a contrastare la criminalità. Quella è certamente la facciata politically correct. Ma non ci sarebbe bisogno di storpiare la storia della moneta se lo scopo fosse solo quello.
Come ho già sostenuto in passato, in questa fase Bitcoin e le cripto monete in generale non sono ancora definibili come monete, essendo utilizzate solo marginalmente come mezzo di pagamento ed essendo per lo più utilizzate per finalità di trading, essendo peraltro soggette a forti oscillazioni.
Ciò detto, è abbastanza puerile sostenere che Bitcoin sia stato sviluppato per riciclare denaro derivante da attività illegali, per evadere il fisco o altre cose del genere. Anche il contante emesso dalle banche centrali può essere utilizzato per quelle finalità, dopo tutto.
E il fatto che ci sia un interesse crescente può essere in parte dovuto alla forte rivalutazione dei mesi scorsi, ma evidentemente anche alla sfiducia verso i sistemi monetari di cui Carstens tesse le lodi.
Partendo dalla definizione di moneta, Carstens afferma che "la moneta è una convenzione sociale indispensabile sostenuta da una istituzione dello Stato che gode di pubblica fiducia. Molte cose sono state utilizzate come moneta, ma l'esperienza suggerisce che un bene largamente accettato, la cui fornitura è affidabile e che mantiene un valore stabile nei confronti di beni e servizi funziona meglio. L'esperienza ha anche dimostrato che per essere credibile, una moneta necessita di un backup istituzionale, che è fornito al meglio da una banca centrale."
Carstens non coglie il punto essenziale, ossia che la moneta è un ordine spontaneo. Un bene diventa moneta quando è universalmente accettato in contropartita di altri beni. E' evidente che si tratta di un processo, ed è altrettanto evidente che è necessaria la fiducia di chi effettua gli scambi per utilizzare un determinato bene come moneta.
Non è affatto necessaria la presenza dello Stato o di una banca centrale. I metalli preziosi, in particolare l'oro, sono diventati moneta e come tale sono stati utilizzati per secoli non per volere di uno o più Stati. Al contrario, gli Stati hanno a più riprese sequestrato con la violenza la produzione di moneta al mercato e sono stati i più grandi falsari della storia.
Lungi dall'essere un presidio a tutela della stabilità monetaria, le banche centrali sono nate prima per finanziare i sovrani a fronte di un privilegio monopolistico da costoro attribuito, poi per coordinare il cartello delle banche commerciali. Se c'è qualcosa che l'esperienza suggerisce è proprio la costante (a volte significativa) perdita di potere d'acquisto delle monete emesse in monopolio dalle banche centrali.
Carstens riporta quindi degli esempi di monete "cattive", che hanno cioè bruciato il loro valore per via di fenomeni di iperinflazione. Prima fa riferimento alla guerra dei Trent'anni, quindi alla repubblica di Weimar, all'era del Free Banking negli Stati Uniti e al periodo della rivoluzione in Messico a inizio Novecento.
Se si esclude il Free Banking si tratta sempre di casi in cui non fu una moneta di mercato a fallire, bensì una moneta statale (o comunque pubblica). Nel caso del Free Banking, poi, il problema fu la riserva frazionaria. In quel caso non è necessario che ci sia una banca centrale: basta trattare da falsario chi lavora in riserva frazionaria. La fiducia la si costruisce nel tempo, e gli operatori affidabili in un libero mercato emergono.
Quindi, contrariamente a Carstens, non penso che "tutti voi sareste d'accordo che il laissez faire non è un buon approccio nell'attività bancaria o nell'emissione di moneta."
Il laissez faire andrebbe benissimo, a patto di trattare da falsario chi emettesse moneta in riserva frazionaria. Più monete in concorrenza non sono di per se destabilizzanti, altrimenti, per coerenza, si dovrebbe sostenere la necessità di avere una sola moneta mondiale.
I fenomeni iperinflattivi sono sempre riconducibili a monete fiat emesse in monopolio. Quanto al fatto che le banche centrali risolvano il problema della fiducia, ci sarebbe da discuterne. Le banche centrali sono nate o per finanziare i debiti pubblici o per creare un cartello in grado di limitare le crisi delle banche commerciali in riserva frazionaria.
La fiducia spontaneamente attribuita all'oro fu sostituita per vie coercitive nella fiducia nelle banche centrali.
Il fatto poi che ci siano soggetti privati che sviluppano mezzi di scambio che non dipendano da alcuno Stato o banca centrale, significa che la fiducia mostra quanto meno delle crepe. E liquidare il tutto come un servizio alle attività criminali è ridicolo.
Affermare che la potenziale moltiplicazione delle nuove monete potrebbe portare all'infinito l'offerta di moneta, è altrettanto poco credibile. Semplicemente buona parte di quelle monete sarebbe destinata al fallimento.
L'invocazione finale di Carstens a un intervento coordinato di banche centrali e autorità varie per tarpare le ali a Bitcoin e, in generale, alle cripto monete, mi sembra quindi nulla più di una reazione volta a evitare che sia scalfito l'oligopolio delle monete fiat.
Riporto un'ultima frase di Carstens, che non commento, ma che non può far altro che lasciare basito chiunque conosca la storia delle banche centrali:
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