Scorie - L'indegno reddito di dignità




La coerenza, si sa, spesso non è considerata un pregio, soprattutto in politica. Non mi stupisce, quindi, che dopo aver (giustamente) criticato l'idea di reddito di cittadinanza del M5S, Silvio Berlusconi abbia iniziato a promettere un "reddito di dignità" che, sarebbe diverso nella forma, ma non nella sostanza.

"Chi si trova sotto una certa soglia di reddito, che potrebbe essere di 1.000 euro al mese da aumentare di un tot per ciascun figlio a carico, non solo bisognerebbe non pagasse le tasse, ma lo Stato dovrà versargli la somma necessaria per arrivare ai livelli di dignità garantiti da Istat. Una somma che può variare, a seconda della zona del Paese in cui vive."

Da dove prendere i soldi per coprire questa elargizione, ovviamente Berlusconi non lo ha detto. Come sempre, però, le possibilità sono solo tre: aumentare le tasse a qualcun altro, ridurre altre spese, oppure aumentare il deficit. O una combinazione delle tre.

La prima opzione sarebbe deleteria, essendo già notevole il fardello a carico di chi paga le tasse per consentire ad altri di consumarle.

La seconda opzione sarebbe meno peggio della prima, ma in Italia la spesa pubblica complessiva deve diminuire. Non si risolvono i problemi di finanza pubblica cambiando la composizione della spesa senza ridurla.

La terza opzione sarebbe impraticabile per via dei limiti posti non tanto dall'Ue, quanto da chi compra (o vende) i titoli del debito pubblico. Sarebbe peraltro indesiderabile, essendo in sostanza una forma di tassazione rimandata al futuro.

Almeno ci fosse risparmiato nei prossimi mesi l'uso del tutto fuori luogo dei termini "liberalismo" e "libertà".


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