Scorie - Seending review: parole (a vanvera) vs numeri
"Non c'è dubbio che la spending review non debba essere un meccanismo di tagli lineari. I tagli sono stati già fatti e la nostra spesa non è tra le più alte, semmai tra le più basse. L'obiettivo è cambiare i meccanismi di spesa e farlo a tutti i livelli."
(P. C. Padoan)
Quello della spending review è certamente uno degli argomenti sui quali ai politici piace fare chiacchiere senza poi concretizzare granché. Padoan, pur teoricamente essendo un ministro tecnico, riesce a sostenere due cose che si scontrano con i numeri e anche con il buon senso degli italiani. In questo deve aver preso spunto dal presidente del Consiglio, che tutti dicono essere un grande comunicatore (in Italia sono definiti grandi comunicatori coloro che a me sembrano per lo più grandi ciarlatani).
Il ministro sostiene che "i tagli sono stati già fatti". Fatto sta che la spesa pubblica non è mai diminuita né in valore assoluto, né in rapporto al Pil. Per cui i tagli sono stati al più incrementi minori di quelli tendenziali.
Padoan sostiene anche che "la nostra spesa non è tra le più alte, semmai tra le più basse". Il Fondo Monetario Internazionale fornisce i dati relativi a 182 Paesi. Ebbene, nel 2014 ben 173 Paesi (oltre il 95 per cento del totale) avevano una spesa pubblica in rapporto al Pil inferiore all'Italia.
Immagino già un'obiezione: il confronto andrebbe fatto tra Paesi omogenei. E allora limitiamoci a considerare i Paesi della zona Euro. Anche in questo caso la spesa pubblica dell'Italia, pari secondo il FMI al 51.7 per cento del Pil a fine 2014, è di ben 6 punti percentuali superiore alla media.
L'altra obiezione sarà che l'Italia paga più interessi in rapporto al Pil di altri Paesi. Questo è certamente vero, ma anche la spesa primaria è comunque superiore alla media e non può certo dirsi "tra le più basse". Chi afferma cose del genere solitamente prende in considerazione solo alcune voci di spesa e non altre.
In ogni caso, se l'Italia paga molti interessi sul debito è perché il debito è molto elevato, il che significa che lo Stato ha costantemente speso più di quanto incassava. Considerando che la pressione fiscale è da tempo tra le più elevate al mondo, serve davvero molta fantasia (per non usare espressioni volgari, ma che sarebbero appropriate in questo caso) per dire che la spesa pubblica in Italia è tra le più basse.
Padoan può continuare a dire che "l'obiettivo è cambiare i meccanismi di spesa", ma il fatto è che la spesa deve semplicemente calare. E finora non è mai calata.
(P. C. Padoan)
Quello della spending review è certamente uno degli argomenti sui quali ai politici piace fare chiacchiere senza poi concretizzare granché. Padoan, pur teoricamente essendo un ministro tecnico, riesce a sostenere due cose che si scontrano con i numeri e anche con il buon senso degli italiani. In questo deve aver preso spunto dal presidente del Consiglio, che tutti dicono essere un grande comunicatore (in Italia sono definiti grandi comunicatori coloro che a me sembrano per lo più grandi ciarlatani).
Il ministro sostiene che "i tagli sono stati già fatti". Fatto sta che la spesa pubblica non è mai diminuita né in valore assoluto, né in rapporto al Pil. Per cui i tagli sono stati al più incrementi minori di quelli tendenziali.
Padoan sostiene anche che "la nostra spesa non è tra le più alte, semmai tra le più basse". Il Fondo Monetario Internazionale fornisce i dati relativi a 182 Paesi. Ebbene, nel 2014 ben 173 Paesi (oltre il 95 per cento del totale) avevano una spesa pubblica in rapporto al Pil inferiore all'Italia.
Immagino già un'obiezione: il confronto andrebbe fatto tra Paesi omogenei. E allora limitiamoci a considerare i Paesi della zona Euro. Anche in questo caso la spesa pubblica dell'Italia, pari secondo il FMI al 51.7 per cento del Pil a fine 2014, è di ben 6 punti percentuali superiore alla media.
L'altra obiezione sarà che l'Italia paga più interessi in rapporto al Pil di altri Paesi. Questo è certamente vero, ma anche la spesa primaria è comunque superiore alla media e non può certo dirsi "tra le più basse". Chi afferma cose del genere solitamente prende in considerazione solo alcune voci di spesa e non altre.
In ogni caso, se l'Italia paga molti interessi sul debito è perché il debito è molto elevato, il che significa che lo Stato ha costantemente speso più di quanto incassava. Considerando che la pressione fiscale è da tempo tra le più elevate al mondo, serve davvero molta fantasia (per non usare espressioni volgari, ma che sarebbero appropriate in questo caso) per dire che la spesa pubblica in Italia è tra le più basse.
Padoan può continuare a dire che "l'obiettivo è cambiare i meccanismi di spesa", ma il fatto è che la spesa deve semplicemente calare. E finora non è mai calata.
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