Scorie - Sbagliare nel definire lo sbaglio

In un articolo in cui critica l'operato della BCE, che negli ultimi anni è riuscita a "sbagliare tutto", Guido Salerno Aletta si lamenta soprattutto del fatto che a questi livelli di tassi di interesse, "gli Stati si arrabattano gonfiando i disavanzi di bilancio e pagando tassi di interesse elevati che fanno di per sé lievitare il debito". I sostanza, l'effetto palla di neve, con la crescita nominale del Pil inferiore al costo del debito.

Nello stesso articolo Salerno Aletta riesce però a scrivere anche che "si tace ancora delle origini sistemiche dell'inflazione catastrofica scatenatasi a partire dalla primavera del 2021, ben prima dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia che è iniziata nel febbraio del 2022: era stata la immensa bolla di liquidità accumulata nel biennio di pandemia per via degli acquisti di titoli di Stato operati dalla Fed e dalla BCE ad avere armato la speculazione sui future dei prodotti energetici e delle materie prime. Appena è cessato l'allarme sanitario e l'attività economica ha potuto riprendere, i prezz isono esplosi. Per sostenere gli Stati nel contrasto alla recessione, la nuova liquidità a costo zero andava immessa nell'economia reale acquistando i titoli pubblici sul merato primario: ma, ancora una volta, il dogma del divieto di finanziamento monetario aveva prevalso."

In merito alla prima affermazione, il problema è che diversi Stati hanno una struttura di spesa incompatibile con le entrate fiscali, che pure, in europa, sono generalmente elevate. E la cosa è stata esacerbata negli anni di tassi negativi e quantitative easing, che hanno artificialmente compresso il costo del debito pubblico. La soluzione non è perpetuare una politica monetaria espansiva per ridurre gli interessi sul debito.

Anche perché si tornerebbe nella situazione parimenti lamentata da Salerno Aletta, ossia una bolla di liquidità che gonfierebbe anche i prezzi di asset finanziari, reali e successivamente dei beni di consumo, come avvenuto a partire dal 2021. 

Peraltro in quel caso il problema non è stato che la liquidità sia stata immessa mediante acquisti di titoli sul mercato secondario e non su quello primario, perché le condizioni di finanziamento degli Stati sono comunque state allentate dagli acquisti delle banche centrali. E' il mercato secondario che guida quello primario, non viceversa.

E credo non sia improbabile che chi invoca il finanziamento sul mercato primario, passerebbe rapidamente a chiedere che la banca centrale accrediti i conti del Tesoro senza neppure chiedere in cambio l'emissione di titoli. Ossia una monetizzazione diretta della spesa pubblica. La miglior strada per l'inferno monetario e l'iperinflazione.

Scrivere una cosa e il suo contrario può solo significare che non si sa di cosa si sta scrivendo, oppure che si vogliono confondere i lettori. Non so cosa sia peggio.

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