Scorie - Allenatori nel pallone

Di recente Matteo Renzi è tornato più volte, spesso rispondendo a domande, sulla sua entrata a palazzo Chigi in sostituzione di Enrico "stai sereno" Letta.

Ecco il Renzi pensiero:

"Enrico Letta ha un rancore personale verso di me facilmente ricordabile e immortalato nella famosa foto della cerimonia della campanella. A me hanno insegnato che la politica non si fa con i risentimenti. La verità è che Letta è stato cambiato perché l'economia aveva un segno negativo. Quando un allenatore viene esonerato non se la può prendere con chi lo sostituisce, ma con i giocatori e i risultati. Cominci a imparare dalla realtà: era un allenatore che faceva risultati negativi ed è stato esonerato."

Non credo che la metafora calcistica sia calzante, per quanto faccia comodo a Renzi utilizzarla. Nel calcio capita che il presidente rassicuri l'allenatore salvo poi esonerarlo poche settimane dopo perché i risultati continuano a essere insoddisfacenti.

I dati macroeconomici, però, non hanno cadenza settimanale come i turni del campionato di calcio. Quindi nelle poche settimane che passarono dal tweet "Enrico stai sereno" al suo "esonero" non c'era nessuna novità sostanziale in materia economica. Né avrebbe avuto senso aspettarsi un miglioramento repentino in quel lasso di tempo.

Semplicemente Renzi in quel momento era il segretario pro tempore del partito che guidava la maggioranza di governo e decise che sulla poltrona di presidente del Consiglio avrebbe gradito poggiare le sue terga al posto di quelle di Letta.

Per inciso, anche l'allenatore Renzi non ha avuto una permanenza sulla panchina del governo italiano paragonabile a quella di Sir Alex Ferguson al Manchester United.





 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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