Scorie - (Eco)tassa




Ritengo di dover iniziare questo pezzo con un disclaimer: le automobili che preferisco sono state prodotte un bel po' di anni fa, quindi sono tutte "euro zero". Quelle, per intenderci, ritenute nemiche del pianeta tanto da fare andare in escandescenza gli ayatollah dell'ambientalismo.

Essendo poi contrario a ogni sorta di incentivo governativo a favore di questo o quel tipo di consumo o investimento, dato che ciò comporta inevitabilmente una redistribuzione mediante il fisco, mi sono risultate particolarmente indigeste (e già quando questo signore apre bocca qualche problema di digestione per me è inevitabile) queste parole di Luigi Di Maio:

"Ieri sera in legge di bilancio abbiamo introdotto un bonus malus sulle auto che permette di pagare meno tasse e avere meno aggravi in base a quanto fa di emissioni la macchina. Le auto elettriche costeranno di meno e finalmente le portiamo sul mercato, dove finora hanno avuto una quota irrisoria. Ci saranno fino a 6 mila euro di incentivi per l'acquisto di un'auto elettrica."

In realtà poi quel provvedimento è stato cambiato, ma alla fine il risultato è che si penalizza chi compra una macchina "non ecologica" per favorire chi ne compra una elettrica. E per quanto mi riguarda non è un'attenuante il fatto di avere escluso dal nuovo balzello le piccole utilitarie a benzina e gasolio, perché l'idea che se un bene ha un prezzo non irrisorio sia "giusto" tassarlo senza limiti è orribile, ancorché pare sia stata accolta dal signor Matteo "non metteremo nessuna tassa" Salvini.

Non essendo un tecnico della materia, pur avendo letto parecchie cose in merito, non intendo addentrarmi nelle questioni che rendono ancora antieconomica un'auto elettrica.

E' vero che ormai quasi tutte le case automobilistiche hanno iniziato a investire nello sviluppo delle auto elettriche, ma ciò è avvenuto, a mio parere, più per adeguarsi al clima politico e ai prospettati divieti di circolazione di automobili a gasolio entro orizzonti temporali neppure troppo lunghi, che per convinzione che possa esserci una effettiva domanda di mercato.

Il mercato delle auto elettriche a oggi è del tutto artificiale, con vetture che rimangono mediamente ben più costose di modelli analoghi con motore a combustione interna, nonostante gli incentivi più o meno consistenti che i vari Stati concedono a chi le compra. Il tutto, ovviamente, scaricando l'onere sulle bollette pagate soprattutto da chi non ottiene tali incentivi o tassando ulteriormente benzina e gasolio (come aveva tentato di fare Macron in Francia).

Così si finisce per avere effetti regressivi, paradossalmente spesso con il favore dei sinistrorsi che fanno della progressività fiscale un mantra. Quindi quello che oggi e per anni ancora rimane un giocattolo da comprare per lo più come seconda o ennesima macchina, magari per sentirsi politicamente corretti, finisce per essere in parte pagato, via incentivi, da chi a volte neppure può permettersi una utilitaria.

Come faranno a dare la colpa al mercato anche questa volta?
 
 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".


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