Non avendo ancora finito di elaborare il lutto per la sconfitta elettorale del partito democratico alle elezioni presidenziali statunitensi, i progressisti del mondo intero sono ora alle prese con i nuovi pericoli, rappresentati dai capi dei social network, Elon Musk in primis, seguito più di recente da Mark Zuckerberg, che sono passati disinvoltamente dall'appoggiare i democratici a sostenere Trump. Prima erano illuminati e portatori di virtù quando, si pensi a Meta soprattutto, era un fiorire di iniziative che tanto piacevano alla sinistra woke. Adesso, invece, l'abbandono negli Stati Uniti del fact checking (leggi: valutazione di conformismo ai dettami della sinistra woke, pena classificazione del contenuto alle voci "disinformazione" o "hate speech", con tanto di censura per i post e oscuramento dei profili dei rei) e anche lo smantellamento del team DEI hanno messo in allarme i sinistrorsi da entrambe le sponde all'Atlantico. Prima erano miliardari ...
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