Scorie - Ogni individuo è padrone di se stesso



"La legge sul fine vita, di cui è in atto l'iter parlamentare, è lontana da un'impostazione personalistica; è, piuttosto, radicalmente individualistica, adatta a un individuo che si interpreta a prescindere dalle relazioni, padrone assoluto di una vita che non si è dato. In realtà, la vita è un bene originario: se non fosse indisponibile tutti saremmo esposti all'arbitrio di chi volesse farsene padrone."
(A. Bagnasco)

La posizione espressa dal presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, non è affatto una novità per un esponente della Chiesa cattolica.

A me lascia sempre perplesso ascoltare queste persone parlare di amore nei confronti del prossimo senza voler ammettere che non c'è alcun amore nel voler imporre a un individuo, contro la sua stessa volontà, di continuare a sopportare certe sofferenze che loro non hanno praticamente mai dovuto sopportare in prima persona.

Io sono convinto che ogni individuo capace di intendere e di volere debba poter disporre della propria vita e debba poter decidere quali sofferenze sopportare e quali no. In fin dei conti, proprio perché ogni individuo è unico, non ha senso pretendere che tutti abbiano lo stesso punto di vista e la stessa capacità e volontà di sopportazione del dolore. E questo a prescindere dalle convinzioni religiose.

Per di più, è proprio rendendo la vita indisponibile all'individuo che lo si espone all'arbitrio di chi vuole farsene padrone, magari usando i mezzi politici.

Non deve essere lo Stato a stabilire se una persona può disporre della propria vita, né può esserlo un'autorità religiosa. La quale può rivolgere i suoi precetti ai fedeli, ma non pretendere di imporli mediante la legislazione.

La teocrazia non sarebbe un passo avanti rispetto alla pur miserevole situazione attuale.


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