Scorie - Renzi fa male i conti, purtroppo il conto non lo paga lui

"Se il referendum passa, i 500 milioni risparmiati sui costi della politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno."
(M. Renzi)



Nella settimana prima di ferragosto, Renzi ha girato per le feste dell'Unità, promettendo soldi a tutti quanti. Peccato che, nel frattempo, giungessero notizie non certo entusiasmanti in merito alla situazione economica, con il Pil di nuovo fermo e i conti che, inevitabilmente, non tornano.

Ciò nonostante, Renzi pare abbia già trovato un modo per spendere gli eventuali risparmi che, a suo dire, deriverebbero dalla riforma costituzionale che verrà sottoposta a referendum in novembre.

Ammesso anche che i 500 milioni a cui fa riferimento siano una cifra attendibile, in un Paese in cui lo Stato spende, al netto degli interessi sul debito, oltre il 46% del Pil, i risparmi di spesa dovrebbero essere riduzioni di spesa, non riallocazioni ad altre voci.

Capisco che suoni molto buonista l'idea di spendere 500 milioni su un "fondo della povertà" per i "nostri concittadini che non ce la fanno", ma ciò renderebbe ancora più complesso l'abbassamento del deficit e del debito, che sono pur sempre a carico dei cittadini, ancorché in parte non ancora nati.

Per inciso, Renzi va parlando di 2-3 miliardi da destinare alle pensioni, quando già la spesa per pensioni supera il 16% del Pil. Il tutto aumentando il deficit, o "flessibilità", come ama definirla lui, cercando di spacciare l'illusione che il conto non dovrà essere pagato.

Ovviamente fa male i conti, e il vero problema è che a pagare non è lui.
 
 
 
 
 


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