Scorie - L'eccesso di debito non si cura con altro debito
"In Italia, in Spagna e in molti altri Paesi ad aver bisogno di credito e a tassi bassi, come consente l'acquisizione di capitali a costo zero da parte delle banche commerciali, sono milioni di aziende piccole e medie. Finora, con le precedenti Ltro, i crediti sono finiti solo ai gruppi che non ne avevano bisogno. Per una semplice ragione: perché la Vigilanza impone che le banche facciano credito a chi ha rating buoni, non a chi a causa di una crisi lunga otto anni, ha accumulato debiti e quindi rating cattivi, ma che, se avesse nuovi finanziamenti, potrebbe rilanciarsi."
(P. Panerai)
Nel suo consueto editoriale su Milano Finanza, Paolo Panerai si occupa di banche e politica monetaria, all'indomani delle nuove misure espansive adottate dalla Bce.
Panerai critica la Vigilanza della Bce, che a suo dire adotta un atteggiamento troppo severo nei confronti delle banche, soprattutto in merito di requisiti patrimoniali, vanificando almeno in parte l'operato della politica monetaria della stessa banca centrale.
La narrazione, probabilmente neppure troppo distante dal vero, vuole che la politica monetaria sia in mano a Draghi, mentre la vigilanza sia in mano ai tedeschi, anche se a capo vi è una francese. Quindi i tedeschi (cattivi per definizione) imporrebbero un rigore eccessivo nella vigilanza, dato che non riescono a contrastare le colombe nella politica monetaria.
In effetti la crescita contenuta del credito e la difficoltà di ottenere prestiti da parte di soggetti con rating mediocri (o peggio) sono dovuti non già a una mancanza di liquidità, che la Bce mette a disposizione in misura illimitata purché le banche dispongano di collaterale di qualità neppure elevatissima, bensì a una scarsità di mezzi propri, in un contesto nel quale i requisiti minimi richiesti dalla vigilanza sono notevolmente aumentati negli ultimi anni.
Considerando che da anni le banche commerciali non ottengono utili dalla tradizionale intermediazione del denaro, che rappresenta tipicamente la parte preponderante del loro business, e che devono al tempo stesso irrobustire i mezzi propri, è comprensibile che il credito a chi ha rating bassi sia merce rara.
D'altra parte i coefficienti patrimoniali possono migliorare solo mediante aumenti di capitale, accantonamento di utili, o riduzione degli attivi che assorbono patrimonio. Gli aumenti di capitale costano molto più di quanto il business tradizionale di una banca commerciale possa rendere negli anni a venire; d'altra parte, gli utili scarseggiano, quindi c'è ben poco da accantonare. Non resta quindi alternativa alla riduzione dei crediti, soprattutto di quelli che assorbono più patrimonio, ossia quelli concessi a soggetti a basso rating.
E' quindi vero che gran parte dei soldi dati dalla Bce nell'ambito delle Tltro degli ultimi due anni sono finiti a imprese che non ne avevano bisogno, le quali hanno a loro volta fatto non investimenti, ma carry trade tra banche, finanziandosi da una parte e depositando dall'altra nelle banche più in difficoltà, lucrando la differenza tra tassi attivi e passivi.
Ma non è di credito, a mio parere, che hanno bisogno i tanti soggetti già molto indebitati a cui fa riferimento Panerai. Non è con nuovo debito che si risolve un eccesso di debito, anche se tutto ciò che sta accadendo negli ultimi anni parrebbe voler dimostrare il contrario.
Quando un soggetto ha molto debito, i casi sono due: o fallisce, oppure il creditore rinuncia a una parte di esso, magari trasformandolo in capitale sociale. In pratica, chi ha molto debito ha bisogno di aumentare i mezzi propri, non di fare altri debiti.
Purtroppo la propensione a preferire il debito al capitale, favorita da una lunga tradizione di norme fiscali a favore del primo rispetto al secondo, è un fatto culturale assai diffuso in Italia (e non solo). Del pari, in Italia le aziende si rivolgono per le loro esigenze di finanziamento quasi esclusivamente alle banche commerciali, le quali intermediano denaro, ma non assumono partecipazioni, sia perché si tratta di un'attività che richiede più patrimonio rispetto a fare credito, sia perché servono competenze che molto spesso sono carenti nelle banche commerciali.
Ciò non toglie che la soluzione per chi ha un eccesso di debito sia riequilibrare la struttura del passivo aumentando i mezzi propri, non facendo altro debito, anche se a tassi bassi. Per questo, oltre che per le evidenti distorsioni ai prezzi delle attività finanziarie, non c'è nulla di cui entusiasmarsi nella smisurata creazione di liquidità da parte della Bce.
(P. Panerai)
Nel suo consueto editoriale su Milano Finanza, Paolo Panerai si occupa di banche e politica monetaria, all'indomani delle nuove misure espansive adottate dalla Bce.
Panerai critica la Vigilanza della Bce, che a suo dire adotta un atteggiamento troppo severo nei confronti delle banche, soprattutto in merito di requisiti patrimoniali, vanificando almeno in parte l'operato della politica monetaria della stessa banca centrale.
La narrazione, probabilmente neppure troppo distante dal vero, vuole che la politica monetaria sia in mano a Draghi, mentre la vigilanza sia in mano ai tedeschi, anche se a capo vi è una francese. Quindi i tedeschi (cattivi per definizione) imporrebbero un rigore eccessivo nella vigilanza, dato che non riescono a contrastare le colombe nella politica monetaria.
In effetti la crescita contenuta del credito e la difficoltà di ottenere prestiti da parte di soggetti con rating mediocri (o peggio) sono dovuti non già a una mancanza di liquidità, che la Bce mette a disposizione in misura illimitata purché le banche dispongano di collaterale di qualità neppure elevatissima, bensì a una scarsità di mezzi propri, in un contesto nel quale i requisiti minimi richiesti dalla vigilanza sono notevolmente aumentati negli ultimi anni.
Considerando che da anni le banche commerciali non ottengono utili dalla tradizionale intermediazione del denaro, che rappresenta tipicamente la parte preponderante del loro business, e che devono al tempo stesso irrobustire i mezzi propri, è comprensibile che il credito a chi ha rating bassi sia merce rara.
D'altra parte i coefficienti patrimoniali possono migliorare solo mediante aumenti di capitale, accantonamento di utili, o riduzione degli attivi che assorbono patrimonio. Gli aumenti di capitale costano molto più di quanto il business tradizionale di una banca commerciale possa rendere negli anni a venire; d'altra parte, gli utili scarseggiano, quindi c'è ben poco da accantonare. Non resta quindi alternativa alla riduzione dei crediti, soprattutto di quelli che assorbono più patrimonio, ossia quelli concessi a soggetti a basso rating.
E' quindi vero che gran parte dei soldi dati dalla Bce nell'ambito delle Tltro degli ultimi due anni sono finiti a imprese che non ne avevano bisogno, le quali hanno a loro volta fatto non investimenti, ma carry trade tra banche, finanziandosi da una parte e depositando dall'altra nelle banche più in difficoltà, lucrando la differenza tra tassi attivi e passivi.
Ma non è di credito, a mio parere, che hanno bisogno i tanti soggetti già molto indebitati a cui fa riferimento Panerai. Non è con nuovo debito che si risolve un eccesso di debito, anche se tutto ciò che sta accadendo negli ultimi anni parrebbe voler dimostrare il contrario.
Quando un soggetto ha molto debito, i casi sono due: o fallisce, oppure il creditore rinuncia a una parte di esso, magari trasformandolo in capitale sociale. In pratica, chi ha molto debito ha bisogno di aumentare i mezzi propri, non di fare altri debiti.
Purtroppo la propensione a preferire il debito al capitale, favorita da una lunga tradizione di norme fiscali a favore del primo rispetto al secondo, è un fatto culturale assai diffuso in Italia (e non solo). Del pari, in Italia le aziende si rivolgono per le loro esigenze di finanziamento quasi esclusivamente alle banche commerciali, le quali intermediano denaro, ma non assumono partecipazioni, sia perché si tratta di un'attività che richiede più patrimonio rispetto a fare credito, sia perché servono competenze che molto spesso sono carenti nelle banche commerciali.
Ciò non toglie che la soluzione per chi ha un eccesso di debito sia riequilibrare la struttura del passivo aumentando i mezzi propri, non facendo altro debito, anche se a tassi bassi. Per questo, oltre che per le evidenti distorsioni ai prezzi delle attività finanziarie, non c'è nulla di cui entusiasmarsi nella smisurata creazione di liquidità da parte della Bce.
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