Scorie - Finte riduzioni fiscali
"All'eurozona serve un rilancio dei consumi, e degli investimenti che ne sono la conseguenza. Per l'Italia, si potrebbero pensare formule di finalizzazione più diretta ai consumi delle misure fiscali, a partire dagli 80 euro per i quali si può studiare sul modello americano una sorta di carta prepagata che li veicola effettivamente verso gli acquisti."
(B. Rosa)
Brunello Rosa, capo economista per l'Europa del Roubini Global Economy, adotta un ragionamento tipicamente keynesiano, in cui tutto ruota attorno alla domanda, trainata dalla crescita dei consumi. Quindi, per fare in modo che l'economia cresca, è fondamentale far crescere i consumi.
Il problema è che se si vuole un sistema economico solido gli investimenti devono essere preceduti e sostenuti da risparmi reali, i quali si realizzano solo se una parte di ricchezza prodotta non viene destinata a consumi presenti.
Ciò detto, l'idea di vincolare eventuali riduzioni fiscali alla spesa per consumi sarebbe una finta riduzione fiscale, nel senso che non restituirebbe al legittimo proprietario del denaro oggetto di detassazione la piena disponibilità di quelle somme.
E' vero che uno potrebbe (in teoria) scegliere cosa acquistare, ma non potrebbe scegliere di non acquistare nulla. E, dato che un intervento tira l'altro, non mi stupirei se il vincolo fosse anche sul tipo di beni o servizi da acquistare.
In ultima analisi, proposte come quella di Rosa non sono altro che il frutto della mentalità dirigista che hanno troppi economisti (definizione molto generosa). Proposte probabilmente fatte sia perché ritengono gli individui incapaci di intendere di volere, sia per diventare consiglieri del principe.
In ogni caso, proposte da respingere al mittente.
(B. Rosa)
Brunello Rosa, capo economista per l'Europa del Roubini Global Economy, adotta un ragionamento tipicamente keynesiano, in cui tutto ruota attorno alla domanda, trainata dalla crescita dei consumi. Quindi, per fare in modo che l'economia cresca, è fondamentale far crescere i consumi.
Il problema è che se si vuole un sistema economico solido gli investimenti devono essere preceduti e sostenuti da risparmi reali, i quali si realizzano solo se una parte di ricchezza prodotta non viene destinata a consumi presenti.
Ciò detto, l'idea di vincolare eventuali riduzioni fiscali alla spesa per consumi sarebbe una finta riduzione fiscale, nel senso che non restituirebbe al legittimo proprietario del denaro oggetto di detassazione la piena disponibilità di quelle somme.
E' vero che uno potrebbe (in teoria) scegliere cosa acquistare, ma non potrebbe scegliere di non acquistare nulla. E, dato che un intervento tira l'altro, non mi stupirei se il vincolo fosse anche sul tipo di beni o servizi da acquistare.
In ultima analisi, proposte come quella di Rosa non sono altro che il frutto della mentalità dirigista che hanno troppi economisti (definizione molto generosa). Proposte probabilmente fatte sia perché ritengono gli individui incapaci di intendere di volere, sia per diventare consiglieri del principe.
In ogni caso, proposte da respingere al mittente.
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