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Scorie - I sacertodi della DEI non hanno imparato nulla dalla (ri)elezione di Trump

Donald Trump non è ancora (ri)entrato alla Casa Bianca da presidente che i sacerdoti di Diversity, Equity and Inclusion (DEI) intasano i mezzi di informazione di piagnistei. Su Bloomberg, per esempio, mi sono imbattuto in un articolo della a me sconosciuta Anna Gifty Opoku-Agyeman, che paventa l'allargamento del gap di ricchezza tra razze se si accentuerà l'attacco alla DEI. Con argomentazioni tipicamente socialiste, oltre che illogiche. Per esempio, parrebbe che " la generazione di ricchezza negli Stati Uniti dipenda storicamente da tre fattori: istruzione, lavori ben retribuiti e investimenti profittevoli. " In realtà sono gli investimenti profittevoli che consentono lavori ben retribuiti e anche, di conseguenza, migliore istruzione (anche quando quest'ultima è finanziata dalle tasse). Ci viene detto anche che la DEI non vada a detrimento del merito e delle competenze. Ma questo è logicamente impossibile, perché se considerazioni in merito alla razza, al genere

Scorie - Se fosse davvero uno su tre sarebbe preoccupante

Apprendo dai risultati di una ricerca commissionata da Anas che solo il 34,7% degli italiani ritiene utile rispettare i limiti di velocità, con il 51% che ritiene che non sia pericoloso superarli. I più leggeranno con tono allarmato questi dati, non senza una certa dose di ipocrisia. Al contrario, a me pare molto alta la percentuale di chi dice che sia utile rispettarli. Credo non sia da escludere che si tratti di risposte date per non apparire automobilisti indisciplinati. Ma tant'è. I limiti di velocità sono ormai sempre più spesso posti a livelli che poco hanno a che vedere con la sicurezza, se a l'automobile è in condizioni efficienti e chi la guida è capace di farlo. E ovviamente occorre considerare anche il fattore traffico.  In sostanza, non credo esista una risposta valida per chiunque e in qualunque condizione, ma quando le condizioni della strada sono buone, non c'è gran traffico e c'è buona visibilità, vorrei vedere se davvero oltre un italiano su tre rispett

Scorie - Quelli che paventano l'arrivo della dittatura, ma vogliono la dittatura sanitaria

Nel quotidiano esercizio di faticosa elaborazione del lutto, gli opinionisti di Bloomberg si esercitano nel prospettare la fine del mondo a partire da quando, fra un paio di mesi, Donald Trump inizierà il suo secondo mandato presidenziale.  Le avisaglie della fine del mondo si riescono già a scorgere constatando le nomine che il presidente eletto sta annunciando. Tra le quali quella di Robert Kennedy Jr. alla sanità.  Kennedy, oltre al reato di tradire la militanza democratica della sua famiglia, è accusato di essere un incompetente, un diffusore di disinformazione e teorie cospiratorie, nonché un no vax.  Una quantità di capi d'imputazione che, se dipendesse da una giuria formata dagli opinionisti di Bloomberg, dovrebbe portare Kennedy direttamente nel braccio della morte. Lisa Jarvis, per esempio, è allarmata da questa affermazione di Kennedy riguardo ai vaccini: " Se i vaccini funzionano per qualcuno, non sarò io a proibirli. Le persone dovrebbero poter scegliere, e la scel

Scorie - La vittoria di Trump è solo una battuta d'arresto per il fronte woke

All'indomani delle elezioni presidenziali statunitensi (stra)vinte da Donald Trump, in molti si sono affrettati a identificare nel rigetto dell'eccessivo "wokeism" una delle motivazioni principali dell'esito elettorale. In effetti diversi sondaggi post voto attestano che questa motivazione è in testa alle determinanti del successo di Trump, assieme all'inflazione che, in barba a uno dei provvedimenti legislativi più costosi dell'era Biden, non è stata ridotta a sufficienza per compensare la perdita di potere d'acquisto degli ultimi tre anni. Io stesso, che di queste elezioni ho apprezzato la sconfitta di Harris più che la vittoria di Trump, ho sorriso alla evidente reazione da indigestione di DEI e altri fanatismi woke che si è manifestata alle urne. Tuttavia Trump potrà cambiare qualcosa sulle follie dell'ambientalismo talebano, per esempio, ma difficilmente a livello di scuola e università cambierà qualcosa. La maggior parte dei docenti era e res

Scorie - Basta col disco rotto degli incentivi alle EV

Non passa mese in cu ino nsi registri un calo delle immatricolazioni di nuove automobili, con la quota di mercato delle full electric che, con buona pace dei Timmermans di questo mondo, resta attorno a un (giustamente!) misero 4%.  I motivi sono abbastanza noti e ricorrenti, per cui non mi ci soffermerò più di tanto. Ma, in sostanza, le auto elettriche costano troppo per l'automobilista medio e, checché ne dicano i cantori, non sono considerate un prodotto migliore da chi guida. Altrimenti non ci sarebbe questa domanda asfittica. Da anni ormai il mercato vive di ondate di doping da incentivi, che, come ho più volte sostenuto, funzionano (a prescindere da ciò che si possa pensare in merito alla loro (in)opportunità) solo se riservati a una platea contenuta. Altrimenti i costi per la generalità dei pagatori di tasse diventano eccessivi. Eppure dal lato dell'offerta, dopo aver clamorosamente sbagliato i calcoli sull'appoggio ovino alla transizione forzosa, l'unica cosa che

Scorie - Togliere la concorrenza fiscale per aumentare la (in)giustizia sociale

Superare il principio di unanimità è il mantra di chi vorrebbe maggiore centralizzazione delle decisioni a livello di Unione europea, non da oggi. Lo inserisce nella lista delle cose da fare anche il citatissimo rapporto Draghi, ripreso da Franco Gallo per sostenere alcune proposte a mio parere indigeribili (ma potrei dire anche incommestibili). Secondo Gallo andrebbe superaro il principio di unanimità nel campo tributario, in nome di un " ambiente fiscale equo per tutti ". Il fisco viola il principio di non aggressione, per cui l'iniquità nei confronti del pagatore di tasse è inevitabile. Ma invece di rilevare questa iniquità, i Gallo di questo mondo ritengono che per avere un fisco più equo debba essere ancora più redisributivo di quanto non sia già e, soprattutto, dovrebbe essere superata la "t ax competition tra gli Stati ". Il che è curioso, considerando che Gallo prende spunto da un rapporto sulla competitività. Va bene essere competitivi, par di capire, m

Scorie - Pompe di calore, tecnologia non indolore

Assoclima, associazione dei costruttori di sistemi di climatizzazione, ha rivolto un appello al Governo per chiedere un rafforzamento delle misure a sostegno delle pompe di calore, ossia incentivi alla domanda. " Negli ultimi due anni il settore ha registrato un crollo delle vendite ", rende noto Assoclima. In Italia la contrazione tra 2022 e 2024 supera il 70%. Il tutto a causa della " fine del Superbonus, l'evoluzione dei regimi di sostegno ai consumatori e i prezzi bassi del gas ." Il problema delle pompe di calore è che hanno costi di acquisizione e installazione di gran lunga superiori alle alternative, oltre tutto con rese anche molto inferiori a basse temperature. Quindi d'inverno non sono proprio il massimo, a meno che uno non viva in zone dal clima mite tutto l'anno. Il primo svantaggio potrebbe essere colmato con gli incentivi, il secondo no.  Ma anche la questione degli incentivi porta sempre allo stesso problema: non sono un pasto gratis, in