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Scorie - Non c'è una formula per il valore oggettivo

Claudia Goldin, economista del lavoro ad Harvard e vincitrice del premio Nobel nel 2023, sostiene che la differenza tra quanto guadagnano i giocatori di basket della NBA e le colleghe della WNBA non sia giustificabile, definendola " imbarazzante ". Nonostante la crescente popolarità del movimento cestistico femminile, Goldin ha rilevato, dicendosi " sorpresa ", che " un giocatore della NBA guadagna mediamente 10 milioni di dollari all'anno. Questo corrisponde a 80 volte la media di una giocatrice della WNBA ." Goldin non si spinge a sostenere che non dovrebbe esserci alcuna differenza, come invece un paio di anni fa altri pretendevano, sempre negli Stati Uniti, con riferimento al calcio. Tuttavia calcola che le femmine dovrebbero guadagnare " circa tra un terzo e un quarto " dei colleghi maschi per raggiungere " equità salariale ". Tra gli elementi presi in considerazione, le visualizzazioni degli spot pubblicitari e la vendita di b...

Scorie - Allucinazioni di camion elettrici

Mi trovo spesso, purtroppo, a commentare le prese di posizione di associazioni di categoria che chiedono supporto politico, ossia denaro in varie forme, per far fronte alla necessità di conformarsi a regole che quegli stessi organi politici hanno stabilito. Il tutto finisce ovviamente a carico di pagatori di tasse che non hanno alcuna voce in capitolo. E' il classico tentativo di ottenere un beneficio pagato da altri, magari senza che ciò sia immediatamente percepito da costoro. Il tutto come Frederic Bastiat aveva brillantemente evidenziato a metà Ottocento. Il caso dei produttori di veicoli alle prese con l'elettrificazione imposta dal Green Deal è emblematico. Già è allucinante nel caso delle automobili, figuriamoci per i veicoli commerciali. Ma anche in questo caso il copione è rispettato alla lettera. Il rappresentante dell'associazione di categoria esordisce dicendo di condividere gli obiettivi del Green Deal e anche l'elettrificazione, salvo poi sottolineare che ...

Scorie - Il boost immaginario

La transizione forzata verso i dispositivi elettrici a quattro ruote sta incontrando diverse difficoltà, nonostante gli incentivi più o meno consistenti da parte dei governi, a carico, ovviamente, dei pagatori di tasse. Questo vale anche per le auto sportive di lusso? Leggendo alcuni articoli parrebbe di no. Scrive, per esempio, Simonluca Pini sul Sole 24 Ore: " Motor Valley è sinonimo per antonomasia di terra dei motori, dove la benzina fa muovere pistoni che a loro volta contribuiscono a creare sinfonie in grado di far innamorare centinaia di migliaia di appassionati. Passione che mal si sposa, almeno secondo molti "appassionati", con la transizione elettrica voluta dall'Unione europea. Due mondi che possono sembrare molto lontani ma, al contrario, sono in grado di viaggiare insieme assicurando al tempo stesso prestazioni di assoluto rilievo. Perché se fino a qualche anno fa nessuno avrebbe mai pensato di vedere una Ferrari o una Lamborghini ricaricabili tramite un...

Scorie - La solita presunzione fatale

Come è noto, da anni il governo cinese sovvenziona il settore delle auto elettriche. La Cina è leader nella produzione di batterie, avendo a disposizione abbondanza di materie, e ormai anche nella produzione di dispositivi elettrici a quattro ruote. Questo ha portato a una grande proliferazione di marchi (oltre 160), molti dei quali stanno poi saltando perché non in grado di reggere la compressione dei margini operativi imposta dalle riduzione dei prezzi di vendita da parte dei leader di settore, a partire da BYD (che sta per Build Your Dream), che ha disposto ribassi fino al 34% sui prezzi. Sogni che evidentemente stanno diventando incubi per i concorrenti, anche occidentali. La guerra dei prezzi pone chiaramente in difficoltà non solo i concorrenti, ma anche i proprietari di flotte, oltre ai proprietari individuali, perché questo comporta una accelerazione nella perdita di valore residuo dei loro dispositivi a quattro ruote. Di fronte a questa situazione, che potrebbe velocemente por...

Scorie - Sempre meno predatore quel giaguaro

Alcuni mesi fa, gli ecotalebani avevano accolto con favore la scelta di Jaguar di passare a una produzione solo di dispositivi elettrici, per di più cambiando il logo e il font del marchio. Sull'altare di questa svolta ecologista e, a detta della casa, "inclusiva", erano stati sacrificati non solo i motori endotermici, ma anche il giaguaro. In compenso era stata lanciata una campagna pubblicitaria in cui compariva una foto con otto persone che potevano essere in preparazione per partecipare a un gay pride, che non mi è chiaro cosa c'entri con le automobili, perfino se nella versione farlocca con motore elettrico. Ma Rawdon Glover, ceo di Jaguar, aveva dichiarato, difendendo la campagna: " Se giochiamo come tutti gli altri, verremo semplicemente sopraffatti ". Già questo suonava male per un brand che ancora porta il nome di un elegante predatore. Ma tant'è. Tra l'altro non mi pare che fosse una scelta controcorrente. Semmai il contrario. Oggi per non ...

Scorie - Più che zero emissioni sarebbe meglio zero immatricolazioni

Non so se l'amministrazione Trump e la maggioranza repubblicana daranno realmente seguito a quanto annunciato da tempo, ma se ridurranno il talebanesimo che dalla California all'orwelliano Inflation Reduction Act dell'amministrazione Biden spingono per l'elettrificazione forzata delle automobili sarebbe una buona notizia per chi vorrebbe che la domanda e l'offerta fossero solo una questione di mercato. Ovviamente gli ecotalebani la vedono in modo diametralmente opposto. Per esempio Liam Denning, che di queste cose scrive un giorno sì e l'altro pure su Bloomberg. "I veicoli elettrici sono costruiti principalmente con bastoni e carote ", scrive Denning, aggiungendo poi che i cattivi adesso vorrebbero eliminare gli incentivi (fino a 7500 dollari a veicolo) e anche eliminare il divieto di immatricolare automobili con motore a combustione interna a partire dal 2035. Già il fatto che un prodotto necessiti di bastonate alle alternative (ossia le automobili ve...

Scorie - Non fu vera gloria

Leggo sempre con interesse gli articoli che l'Osservatorio sui conti pubblici pubblica sul proprio sito. Qualche giorno fa ne ho letto uno scritto da Gianmaria Olmastroni, che paragona l'andamento del Pil in Italia rispetto al resto dell'area euro durante gli ultimi 25 anni. Questo il sunto dell'articolo: " Negli ultimi 25 anni l'Italia è cresciuta a un tasso medio annuo dello 0,5%, contro l'1,4% del resto dell'Eurozona. Il trend è migliorato per la prima volta dopo il Covid, in particolare sotto il governo Draghi, durante il quale il Pil italiano è cresciuto più degli altri Paesi dell'area Euro. Dall'insediamento del governo Meloni la crescita del Pil è stata sostanzialmente in linea con il resto dell'Eurozona, e non superiore come talvolta affermato. Resta il fatto che la vera sfida per l'Italia è recuperare il terreno perso, e non accontentarsi di mantenere il distacco dal gruppo ." Ogni governo cerca di tirare l'acqua al pro...