Scorie - La Cina è sempre più vicina in Nepal
Come è noto, non sono (per usare un eufemismo) un fan delle auto elettriche. Non avrei nulla in contrario al prodotto in sé, essendo ognuno libero di scegliere il tipo di auto che preferisce. Il problema è che questa libertà di scelta è in via di (più o meno rapida) estinzione, il che porrà tra un decennio circa ogni automobilista di fronte a una scelta obbligata. Sempre che il portafoglio non scelga per conto suo, trasformandolo in un pedone o ciclista suo malgrado.
Il caso ha voluto che il primo viaggio su un'auto totalmente elettrica l'abbia fatto a Kathmandu, dove peraltro il livello di emissioni medio di auto e mezzi pesanti farebbe venire un coccolone agli ambientalisti del Vecchio continente.
Ovviamente si trattava di una vettura di marca cinese, ennesimo segno di colonizzazione del Nepal a discapito della storica influenza indiana. D'altra parte le infrastrutture in corso di costruzione sono tutte fatte dai cinesi, ed è emblematico notare come la segnaletica nei pressi dei cantieri sia in due lingue: ideogrammi cinesi e inglese, con buona pace del sanscrito usato ufficialmente in Nepal.
Dato che il Nepal non ha neanche lontanamente i mezzi per finanziare quelle infrastrutture, è evidente che, con lo schema "classico" della Belt and Road Initiative, Pechino sarà poi proprietaria delle stesse. Uno schema, appunto, molto utilizzato in diversi Paesi emergenti (o neppure tali).
Per il resto, dai cinesi i comunisti al governo in Nepal hanno ereditato una crescente mania di controllo, con posti di polizia molto più diffusi del necessario e inevitabili perdite di tempo. Poi le cose sono fatte alla buona: mentre i cinesi effettivamente controllano ossessivamente i documenti, i poliziotti nepalesi si limitano per lo più a chiedere all'autista come si chiami e dove stia andando, senza chiedere documenti e annotando il tutto a penna su registri di carta. Ovviamente l'autista può dire quello che gli pare.
In definitiva, i progressi, seppur restando in uno stato di grande arretratezza, sono accompagnati dalla pesante ipoteca, in senso lato, del regime cinese. Il che non mi fa essere ottimista.
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