Scorie - Non è equa e giusta neppure la web tax
Parlando di uno dei temi caldi di questi tempi in ambito fiscale, la cosiddetta web tax, Marghrete Vesteger, commissario europeo per la concorrenza, ha insistito sulla necessità di arrivare a una soluzione comune europea.
A parole, chi sostiene l'introduzione della web tax (anche non nella demenziale versione che pare sarà introdotta in Italia nel 2019) afferma che ciò consentirebbe di far pagare "il giusto" alle grandi multinazionali dell'e-commerce. Con ogni probabilità, invece, ciò finirebbe col penalizzare le aziende meno grandi e globali, oltre ad aumentare i prezzi per i consumatori, sui quali verrebbe traslato almeno in parte l'onere fiscale.
Tra le altre cose, Vestagher ha detto che occorre fare attenzione a non tassare profitti non realizzati in un certo Stato, "per evitare di chiedere quello che non ci spetta e creare una situazione di equità per tutti."
Come sempre in questi casi, le affermazioni di Vestagher si basano sui presupposti che lo Stato abbia un diritto a tassare, e che la tassazione possa essere equa. Ancorché questi due presupposti siano raramente messi in discussione, tanto che chi basa su di essi le sue argomentazioni non ritiene neppure necessario giustificarli, sono entrambi forme di violazione del principio di non aggressione.
Il diritto a tassare dello Stato equivale al diritto a violare la proprietà privata mediante la minaccia dell'uso della forza. In uno scambio, quale è la tassazione, nel quale una parte è obbligata dall'altra senza mai aver espresso volontarietà, peraltro spesso senza ricevere nulla in cambio, ancorché non richiesto, è del tutto falso che il beneficiario ottenga ciò che "gli spetta".
Per questo motivo parlare di equità in merito alla tassazione è del tutto fuori luogo. La tassazione è redistribuzione e non può mai essere equa, essendo nella migliore delle ipotesi a somma zero. Né può essere giusta, essendo coercitiva.
Non mettere in discussione i presupposti sui cui basano le loro affermazioni i tassatori di questo mondo significa riconoscere allo Stato il diritto di appropriarsi della totalità delle proprietà dei soggetti tassati. Seguendo quella logica lo Stato sarebbe "buono" nel non prendersi l'intera torta.
Dato che ciò appare assurdo anche a chi ritiene giusta la tassazione, sarebbe bene riflettere e non dare per scontati certi presupposti. I libertari non sono eccentrici sognatori; al contrario, hanno deciso di aprire gli occhi su argomenti nei quali prevale il sonno della ragione.
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