Scorie - L'illusione monetaria non muore mai
Come è noto, il termine inflazione ha subito diversi decenni orsono una modifica di significato nell'economia mainstream, passando dall'essere considerata una espansione di moneta e depositi (creati dal nulla) a un incremento dei prezzi al consumo.
La seconda è in realtà una conseguenza, generalmente neppure la più immediata, della prima. Questa modifica ha causato e continua a causare non pochi danni quando si parla di politica monetaria.
Le banche centrali dei principali Paesi/aree sviluppati hanno un obiettivo di crescita dei prezzi al consumo attorno al 2% annuo. Potete leggere tutta la letteratura accademica che volete, ma non riuscirete mai a trovare una spiegazione (per quanto vi possiate imbattere in paginate di formule complesse) che in ultima analisi non sia basata su null'altro che sull'arbitrarietà di quel livello.
Che, peraltro, a diversi economisti sta pure stretto. Per esempio all'ex banchiere centrale (proprio alla Fed) Narayana Kocherlakota, il quale ha spiegato il suo punto di vista su BloombergView.
"Oggi un gruppo di economisti ha pubblicato una lettera nella quale invita la Federal Reserve a considerare un cambiamento monumentale nella sua politica: alzare il target di inflazione oltre l'attuale 2%. Ho firmato la lettera. Ecco perché."
Secondo Kocherlakota il target dovrebbe essere portato al 3%, in modo tale da rendere il tasso di interesse reale maggiormente negativo una volta che la Fed arrivi a zero con il tasso nominale. A suo dire, questo favorirebbe una più rapida ripresa dell'occupazione.
Tutto molto keynesiano. Posto che si tratterebbe, in ogni caso, di redistribuzione pura e semplice, credo non ci si dovrebbe stupire se, qualora la Fed fissasse il target al 3%, dopo qualche tempo un altro gruppo di economisti scrivesse appelli per passare al 4%. E così via.
Sempre tirando in ballo assurdità del tipo "il tasso naturale è diminuito", quando di naturale nei tassi di interesse non c'è ormai più nulla, essendo costantemente e massicciamente manipolati proprio dalle banche centrali.
Come se l'illusione monetaria potesse risolvere i problemi, anziché crearli.
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